domenica 6 luglio 2014

L’OBBLIGO DI TENERE I FARI ACCESI DI GIORNO, A COSA SERVE? SAI CHE QUALCUNO CI GUADAGNA UN SACCO DI SOLDI?



La farsa dei fari accesi di giorno. Vi siete mai chiesti perché dovete accendere i fari dell’automobile anche di giorno, quando magari c’è un sole accecante e non ce n’è assolutamente bisogno? Per motivi di sicurezza? Quali, se col sole non servono? Per “uniformarci” agli altri paesi europei (altra favola in circolazione)? Beh, in Germania, Gran Bretagna, Francia, Olanda, Spagna, Svizzera e Belgio non vige questo obbligo assurdo,
che, al massimo, può avere (ed ha) un senso in inverno nei paesi scandinavi dell’estremo nord. Nei quali è vero che si registrano in media meno incidenti che da noi, ma perché guidano in maniera più disciplinata, non perché hanno le luci accese. E allora perché io, italiano, devo accendere i fari della mia auto anche se ciò non fa alcuna differenza né per la mia sicurezza, né per quella degli altri? Un’auto, o meglio ancora un autocarro, perché mai dovrebbe tenere questi benedetti fari accesi in condizioni di totale visibilità? Qui c’è ancora una volta aria di presa in giro e, per la risposta, tiriamo fuori un paio di cifre tratte da “Un futuro senza luce?”. Nel libro sono descritti semplicemente i vari passaggi che permettono di calcolare (approssimando tutto per difetto) che con i fari accesi anche di giorno, il consumo annuo di carburante in più è di 41 litri per ogni veicolo (con un incremento percentuale che oscilla fra il 2,7 e il 4,1). Ciò è dovuto in sostanza all’aumento dell’energia necessaria all’alternatore per permettere alle luci di funzionare nelle ore diurne. Se si considera che gli automezzi in circolazione a fine 2002 erano circa 37,5 milioni (e trattando qui gli autocarri alla stregua di automobili, anche se i primi sono ovviamente più pesanti, hanno distanze medie di percorrenza ben più lunghe e molte più luci di posizione da accendere), l’incremento complessivo dei consumi oscilla intorno a 1 miliardo e 500 milioni di litri di carburante. Ciò comporta anche un aumento delle emissioni di diossido di carbonio di circa tre milioni di tonnellate. Ma perché tutto ciò? Perché se, sempre approssimando per difetto, si calcola quanto le tasse incidano su questi enormi consumi di carburante in più, salta fuori che l’erario con questa astuta mossa ha incrementato annualmente i suoi incassi di circa 1 miliardo di euro. Che dire, quindi? Che non stupisce se i governi che si sono avvicendati negli ultimi anni non hanno abrogato questo non-senso. E che se l’ambiente piange il governo ride, alla faccia dei protocolli di Kyoto e, soprattutto, della nostra salute e delle nostre tasche. Forse faremmo meglio a spegnere i “riflettori” e far calare il sipario su questa farsa, se non altro per i prezzi raggiunti dai carburanti, e per i costi ed i rischi associati all’estrazione di petrolio.

venerdì 4 luglio 2014

ARRIVA DAL MEDIO ORIENTE: LA SNAKE-THERAPY, I MASSAGGI CON SERPENTI



Molti saranno terrorizzati al solo pensiero di essere sfiorati da uno solo di questi rettili …ma, in realtà, è una trovata che sta riscuotendo un certo successo e che nasce dalla mente di Ara Barak, una donna amante dei serpenti. La metodica consiste nell’adagiare, su diverse parti del corpo, dei serpenti i quali massaggiano e rilassano la persona muovendosi su di essa. 

 
Vengono, ovviamente, utilizzati animali non velenosi di diversa grandezza. I più grandi compiono un massaggio profondo, mentre i più piccoli e sottili massaggeranno il corpo in modo superficiale. La signora Barak, che nel frattempo è divenuta titolare dello Barak’s Snake Spa in Israele, si rese conto che i suoi amici si rilassavano tenendo in mano ed accarezzando il suo animaletto domestico.  Da qui l’idea di utilizzare i serpenti per un vero e proprio massaggio. La Snake Therapy si è diffusa anche in Russia, tanto da divenire un trattamento esclusivo e costoso. Olga Lutovinova, proprietaria di un centro massaggi a Mosca, spiega da cosa deriva il beneficio dei serpenti sulla pelle: “Questo trattamento è molto rilassante, il serpente grazie al contatto con la pelle condivide il calore, perché i rettili sono animali a sangue freddo e in questo modo arrivano alla stessa temperatura donando una sensazione di benessere unica”.

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