Un giorno un ragazzo povero, che per pagare i suoi studi vendeva beni di
porta in porta, si accorse che gli era rimasta solamente una monetina da dieci
centesimi, e aveva fame. Così decise di chiedere da mangiare alla prossima
casa. Ma si smontò subito quando vide che ad aprire la porta era una giovane donna.
Invece di un pasto, gli riuscì solo di chiedere un bicchier d'acqua. Lei però
lo vide così affamato che pensò di portargli un bicchierone di latte. Lo bevve
lentamente e poi chiese: "Quanto le devo?" "Non mi deve niente -
rispose lei - Mamma ci ha insegnato a non accettare mai compensi per una
gentilezza". Lui disse: "Allora la ringrazio di cuore". Quando
Howard Kelly lasciò quella casa, non si sentiva più forte solo fisicamente, ma anche la sua fede in Dio e nell'uomo si erano
rafforzate. Poco prima era stato quasi sul punto di lasciarsi andare...Anni
dopo, quella giovane donna si ammalò gravemente. I dottori locali non sapevano
come cavarsela e alla fine la mandarono nella grande città, perché degli
specialisti studiassero la sua malattia rara. Anche il Dott. Howard Kelly fu
chiamato per un consulto, e quando sentì il nome della città da cui proveniva,
una luce strana riempì i suoi occhi. Immediatamente si levò e corse giù verso
la sua camera d'ospedale. Avvolto nel suo camice da dottore andò a visitarla e
subito la riconobbe. Uscì da quella stanza determinato a fare tutto il
possibile per salvarle la vita. Da quel giorno riservò grandi attenzioni al
caso e, solo dopo una lunga lotta, la battaglia fu vinta.
Il Dott. Kelly chiese all'amministrazione di comunicargli
il conto, per la sua approvazione. Dopo averlo visionato, scrisse qualcosa in
un angolo e lo fece recapitare nella stanza della donna. Lei temeva di aprirlo,
perché sapeva che ci avrebbe messo una vita per pagarlo tutto. Alla fine lo
lesse, e alcune parole attirarono la sua attenzione a lato del conto:
"Pagato interamente con un bicchiere di
latte".
domenica 19 maggio 2013
LA STORIA DEL SOLDATO E LO SCOIATTOLO.. una bellissima storia d'amicizia.. da leggere..!
rto e lo portano a Pankratau che è il loro Sergente
Maggiore. Pankratau se ne prende cura, gli da' da mangiare, come si fa con i
bambini e cioè ogni 4 ore, finchè la bestiola non si riprende del tutto.
"Lo avevano trovato steso per terra, privo di
conoscenza, sotto un albero, con dei vermi che gli uscivano dalla bocca e
alcuni anche nell'occhio destro. Io li ho tolti e due settimane dopo è tornato
tutto normale. L'ho nutrito con alimenti per bambini e latte per mezzo di una
siringa. Poi gli sono spuntati i dentini e ha potuto alimentarsi autonomamente.
Sei mesi fa l'ho vaccinato e registrato."
Questa è una breve intervista rilasciata da Pankratau a Euro Radio.
Lo scoiattolo, che si chiama Minsk, è rimasto con
Pankratau durante tutto il suo servizio militare ed anche adesso la coppia è
inseparabile.
Pankratau ora ha lasciato l'esercito e fa il
tassista. Minsk non è mai troppo distante da lui, praticamente è il suo secondo
pilota.
Minsk è stato educato molto bene e si attiene alle
sue aree di pertinenza sul taxi. Dorme nel suo letto sul cruscotto e talvolta
da' un'occhiata al suo salvatore attraverso il volante.
"Non mostro Minsk a tutti i miei clienti.
Perchè dovrei farlo? Perchè disturbarlo in continuazione? Lo mostro solo ai
bambini." ci dice Pankatau.
LA STORIA DI UN ABBRACCIO CHE SALVA LA VITA... commovente e bellissima storia.. da leggere..!
o nel reparto rianimazione
del Medical Center of Central Massachusetts in Worcester.
Kyrie pesava leggermente di più e cominciò a
crescere immediatamente, dormendo regolarmente. Brielle, al contrario, pesava
molto meno alla nascita, non riusciva a dormire e non cresceva. Aveva problemi
respiratori e cardiaci. Il livello di ossigeno nel sangue era basso.
Improvvisamente, il 12 novembre, Brielle entrò in
condizioni critiche. Cominciò ad annaspare mentre il viso, le braccia e le
gambe divenivano scuri. Singhiozzava mentre battiti cardiaci aumentavano
vertiginosamente, segnalando che il suo fragile organismo era sotto stress.
Brielle stava morendo.
L’infermiera Gayle Kasparian provò tutto quello che
era possibile per stabilizzare le condizioni di Brielle. La neonata fu subito
soccorsa dai medici, mentre il suo respiro veniva assistito manualmente
dall’infermiera e i livelli di ossigeno aumentati. Ma le condizioni rimanevano
critiche.
Fu a quel punto che l’infermiera che ricordò un
fatto che le era stato riferito da una collega. Una procedura comune in alcune
parti di Europa ma vietato negli Stati Uniti. Secondo questa procedura i
gemelli nati prematuramente venivano messi dentro l’incubatrice insieme.
L’infermiera Gayle Kasparian, non potendo
consultarsi con la sua superiora, Susan Fitzback, che era fuori sede per una
conferenza, decise di correre il rischio e mettere i gemelli nella stessa
incubatrice.
I genitori dei gemelli acconsentirono. Contro ogni
aspettativa e davanti agli occhi sbalorditi dei genitori e dell’infermiera e
dei medici di turno al reparto, dopo qualche minuto, le due gemelle fecero lo
sforzo di avvicinarsi l’una all’altra ma Brielle era evidentemente ancora in
enorme difficoltà e in condizioni critiche. Era ancora fra vita e morte. Kyrie,
inaspettatamente, si avvicinò nell’incubatrice alla sorellina sino a creare il
contatto fisico.
A QUEL PUNTO ACCADDE QUALCOSA DI INCREDIBILE. Kyrie stese il braccio sinistro e abbracciò la sorellina e si addormentò. Fu questione di minuti e i livelli del sangue e di ossigeno di Brielle cominciarono subito a stabilizzarsi. L’infermiera Gayle Kasparian riuscì a mettersi in contatto con la sua superiora alla conferenza alla quale stava partecipando e che aveva come argomento proprio i parti prematuri. Informata del fatto, Susan Fitzback subito informò i medici e gli esperti presenti alla conferenza e la notizia fece il giro del mondo. Nel giro di poco tempo i protocolli cambiarono . Oggi Kyrie e Brielle conducono una vita normalissima. Ma la loro storia resta a testimonianza di quanto è grande il mistero della vita.
Questa è una storia d’amore, una bellissima storia d’amore che dimostra quanto per una vita da sola possa essere dura, ma basta un abbraccio a rendere tutto più semplice.
E quando l’abbraccio viene da una sorella o un fratello vale molto di più, diamo più valore alla nostra famiglia, è l’unica che può salvarci la vita quando va tutto male
A QUEL PUNTO ACCADDE QUALCOSA DI INCREDIBILE. Kyrie stese il braccio sinistro e abbracciò la sorellina e si addormentò. Fu questione di minuti e i livelli del sangue e di ossigeno di Brielle cominciarono subito a stabilizzarsi. L’infermiera Gayle Kasparian riuscì a mettersi in contatto con la sua superiora alla conferenza alla quale stava partecipando e che aveva come argomento proprio i parti prematuri. Informata del fatto, Susan Fitzback subito informò i medici e gli esperti presenti alla conferenza e la notizia fece il giro del mondo. Nel giro di poco tempo i protocolli cambiarono . Oggi Kyrie e Brielle conducono una vita normalissima. Ma la loro storia resta a testimonianza di quanto è grande il mistero della vita.
Questa è una storia d’amore, una bellissima storia d’amore che dimostra quanto per una vita da sola possa essere dura, ma basta un abbraccio a rendere tutto più semplice.
E quando l’abbraccio viene da una sorella o un fratello vale molto di più, diamo più valore alla nostra famiglia, è l’unica che può salvarci la vita quando va tutto male
LA CITTÀ DEL SORRISO… bellissima storia..leggetela!!
C'era un tempo una città in cui nessuno sapeva sorridere. Tutti erano
cupi e tristi, non avevano alcuna voglia di fare amicizia, vivevano ognuno per
sé. La gente non sognava, non era gentile era pessimista e lavorava, lavorava
senza entusiasmo. poi la sera stanca e avvilita la gente andava a dormire con
la seccatura che il giorno successivo avrebbe dovuto alzarsi, ripartire per una
giornata noiosa e senza sole. Infatti anche il cielo non sorrideva mai ed era
sempre grigio e scuro, le case non avevano finestre aperte ma sempre serrate.
Un bel giorno venne ad abitare in quel luogo una fanciulla: Il suo nome era Letizia. Era una bella ragazza. Ma il suo aspetto era niente in confronto ad una sua particolarità. Aveva stampato sempre sul suo volto un sorrido radioso. Essa sorrideva sempre, sia se fosse triste, delusa, stanca, sia e soprattutto perché era felice. Il suo sorriso era rivolto a tutte le persone del paese, tanto che a poco a poco anche gli abitanti che non sapevano sorridere, contagiati dalla solare fanciulla, cominciarono a schiudere le labbra accennando un sorriso e a poco a poco impararono anche essi ad essere più sereni, a sorridere spesso e si accorsero che così le loro giornate erano più belle, più gratificanti e più piene. Anche il cielo si rischiarò e raggi di sole uscirono fuori dalle nubi facendo sorridere il cielo. Letizia aveva portato la gioia in quel posto semplicemente con la sua gioia di vivere.
Ma un brutto giorno, una maga crudele che da sempre aveva segretamente governato il paese togliendo con un maleficio la felicità ai suoi abitanti, vide che quella straniera aveva riportato la gioia e così decise di rubarle il sorriso. Una notte andò a trovare Letizia durante il suo sonno e le soffiò sul viso il suo fiato crudele spegnendole la vitalità.
La ragazza si svegliò con uno strano peso sul cuore e con le labbra serrate. Guardandosi allo specchio vide che la luce che irradiai suoi occhi si era spenta, cercò di schiudere le labbra dolcemente ma queste restarono ferme in un atteggiamento triste e sprezzante. Da quel momento in poi, come aveva portato la gioia alle persone così Letizia ricacciò le stesse in una freddezza e in un'angoscia che riportò la città senza sorriso come un tempo, i suoi abitanti non solo non sorridevano più, ma erano addirittura disperati.
Letizia non sapeva come fare ed allora decise di cercare lei stessa la maga che le aveva tolto la voglia di vivere. Riuscì a trovarla nel folto di un bosco dove viveva nella sua tetra casa, piena di rovi e di sterpi. Bussò alla sua porta chiedendole di farla entrare. Le chiese quasi implorandola di restituirle il sorriso ma la strega negò dicendo che non poteva permettere che qualcuno fosse felice dato che lei stessa non lo era e mai lo sarebbe stata. Allora Letizia tirò fuori da una tasca un suo ritratto in cui sorrideva così dolcemente che sembrava quasi fosse reale. Guardandolo la maga non riuscì a fare a meno di sorridere a sua volta tanto era contagioso e meraviglioso, le sue labbra si distesero e allora una nuova sensazione la pervase. Capì che doveva ridare il sorriso a Letizia che lo aveva donato a lei facendola sentire viva, contenta, nuova. Da quel giorno la gioia e la pace tornarono e rimasero a lungo in quel luogo.
Un bel giorno venne ad abitare in quel luogo una fanciulla: Il suo nome era Letizia. Era una bella ragazza. Ma il suo aspetto era niente in confronto ad una sua particolarità. Aveva stampato sempre sul suo volto un sorrido radioso. Essa sorrideva sempre, sia se fosse triste, delusa, stanca, sia e soprattutto perché era felice. Il suo sorriso era rivolto a tutte le persone del paese, tanto che a poco a poco anche gli abitanti che non sapevano sorridere, contagiati dalla solare fanciulla, cominciarono a schiudere le labbra accennando un sorriso e a poco a poco impararono anche essi ad essere più sereni, a sorridere spesso e si accorsero che così le loro giornate erano più belle, più gratificanti e più piene. Anche il cielo si rischiarò e raggi di sole uscirono fuori dalle nubi facendo sorridere il cielo. Letizia aveva portato la gioia in quel posto semplicemente con la sua gioia di vivere.
Ma un brutto giorno, una maga crudele che da sempre aveva segretamente governato il paese togliendo con un maleficio la felicità ai suoi abitanti, vide che quella straniera aveva riportato la gioia e così decise di rubarle il sorriso. Una notte andò a trovare Letizia durante il suo sonno e le soffiò sul viso il suo fiato crudele spegnendole la vitalità.
La ragazza si svegliò con uno strano peso sul cuore e con le labbra serrate. Guardandosi allo specchio vide che la luce che irradiai suoi occhi si era spenta, cercò di schiudere le labbra dolcemente ma queste restarono ferme in un atteggiamento triste e sprezzante. Da quel momento in poi, come aveva portato la gioia alle persone così Letizia ricacciò le stesse in una freddezza e in un'angoscia che riportò la città senza sorriso come un tempo, i suoi abitanti non solo non sorridevano più, ma erano addirittura disperati.
Letizia non sapeva come fare ed allora decise di cercare lei stessa la maga che le aveva tolto la voglia di vivere. Riuscì a trovarla nel folto di un bosco dove viveva nella sua tetra casa, piena di rovi e di sterpi. Bussò alla sua porta chiedendole di farla entrare. Le chiese quasi implorandola di restituirle il sorriso ma la strega negò dicendo che non poteva permettere che qualcuno fosse felice dato che lei stessa non lo era e mai lo sarebbe stata. Allora Letizia tirò fuori da una tasca un suo ritratto in cui sorrideva così dolcemente che sembrava quasi fosse reale. Guardandolo la maga non riuscì a fare a meno di sorridere a sua volta tanto era contagioso e meraviglioso, le sue labbra si distesero e allora una nuova sensazione la pervase. Capì che doveva ridare il sorriso a Letizia che lo aveva donato a lei facendola sentire viva, contenta, nuova. Da quel giorno la gioia e la pace tornarono e rimasero a lungo in quel luogo.
D. Pergolizzi
IL CERVO VANITOSO...bellissimo racconto e riflessione - leggetelo
Un cervo, specchiandosi una volta nell'acqua di una limpida sorgente,
esclamava con triste rassegnazione:
- Che differenza tra la mia testa e i miei piedi!
Mentre le mie corna assomigliano ai rami di un albero secolare, le mie zampe sono stecchite come
due bastoni, e non sono degne della mia bellezza.
Mentre egli si lamentava in questo modo, l'arrivo di un cane, giunse a interrompere il filo delle sue parole e lo costrinse alla fuga. Fuggendo attraverso il bosco, ebbe modo così, di accorgersi, di quanto le sue magnifiche corna, intralciassero lo sforzo che i piedi facevano per portarlo in salvo.
Il cervo che si rimira nella fonte insegna che gli uomini, di solito, disprezzano ciò che serve loro, per ammirare cose inutili.
- Che differenza tra la mia testa e i miei piedi!
Mentre le mie corna assomigliano ai rami di un albero secolare, le mie zampe sono stecchite come
due bastoni, e non sono degne della mia bellezza.
Mentre egli si lamentava in questo modo, l'arrivo di un cane, giunse a interrompere il filo delle sue parole e lo costrinse alla fuga. Fuggendo attraverso il bosco, ebbe modo così, di accorgersi, di quanto le sue magnifiche corna, intralciassero lo sforzo che i piedi facevano per portarlo in salvo.
Il cervo che si rimira nella fonte insegna che gli uomini, di solito, disprezzano ciò che serve loro, per ammirare cose inutili.
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