Il premier Mario Monti ribadisce di voler lasciare la politica alla scadenza naturale della legislatura. “Lasceremo il governo ad altri nei prossimi mesi. La mia speranza è che con la cooperazione e qualche banale principio di gestione interna lasceremo il Paese un po’ meno rassegnato e un po’ più rasserenato” ha detto oggi Monti in occasione del Forum della Cooperazione a Milano.
Eppure la scorsa settimana il premier aveva aperto uno spiraglio alla possibilità di un secondo incarico se ci fossero state delle “circostanze speciali”, ma adesso le priorità del Governo è di “spostare il fronte dell’intolleranza perché non separi chi è di destra da chi è di sinistra ma chi paga le tasse dagli altri”.
Intanto l’ipotesi di un governo Monti-bis viene accolta con favore anche dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi purché supportata da un voto legittimo. Ma l’eventualità del seconda mandato di Monti trova ampi consensi anche presso esponenti politici, industriali, sindacali ed economisti. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini ha annunciato la stesura di una lista civica e anche il leader Udc, Pier Ferdinando Casini aveva espresso il suo consenso alla ricandidatura dell’attuale premier e Luca Cordero di Montezemolo ha annunciato che lavorerà per “una grande area moderata”.
Il segretario del Pd Pierluigi Bersani e il suo diretto avversario alle primarie Matteo Renzi, rappresentano però una voce fuori dal coro: i democratici restano contrari all’eventualità di una grossa coalizione di centro. Anche ilPdl appare però diviso di fronte all’eventualità di un Monti-bis. Se Berlusconi approverebbe un nuovo governo Monti (in grado di dividere il Pd), gli ex An(La Russa, Gasparri, Meloni) restano contrari e minacciano addirittura di lasciare il Pdl. Quel che è certo è che molto dipenderà anche dalla legge elettorale con la quale si andrà al voto.