
L’olio di palma è infatti considerato dall’Agenzia nazionale francese di sicurezza sanitaria e alimentare responsabile dell’incremento di alcune patologie, come l’ obesità e le malattie cardiovascolari. Inoltre gli viene attribuita una porzione di responsabilità anche nei confronti del problema della deforestazione.
I francesi sperano quindi che l’introduzione di tale tassa porterà ad un minore utilizzo dell’olio di palma nella ristorazione collettiva e nell’industria agroalimentare, in particolare nell’alimentazione dedicata ai bambini. Il testo di legge verrà esaminato in Francia a partire dal 12 novembre, ma oltralpe, e cioè a Torino, in Italia, ha già scatenato le repliche dei rappresentanti della Ferrero, l’azienda produttrice della crema che sarebbe maggiormente penalizzata da queste nuove misure.
Secondo i produttori della Nutella, infatti, si tratterebbe di un emendamento infondato e ingiusto, dal momento che l’olio di palma, da anni utilizzato nell’industria alimentare, e non contenendo grassi idrogenati, non ha effetti dannosi sulla salute ed è perfettamente compatibile con l’ambiente.
Come interpretare allora le nuove misure francesi? C’è chi ha parlato di misure tipicamente “anticrisi”, con le quali si spera di dare un po’ di respiro ai conti pubblici, tassando, tra le altre cose, anche birre e sigarette. E così l’importante triade dei piaceri (o dei vizi) umani in cui compaiono alcool, tabacco e cioccolato è sistemata.