domenica 18 novembre 2012

Nicotina migliora la memoria (potrebbe combattere Alzheimer e Parkinson)

 
Scoperto un potenziale effetto benefico della nicotina: potrebbe essere d’aiuto nella prevenzione del morbo di Alzheimer e Parkinson.
Pare che una tra le sostanze più nocive delle sigarette, la nicotina, sarebbe capace di migliorare la memoria, attraverso l’espansione della cosiddetta “memoria di lavoro” (in inglese working memory).
Questi risultati emergono da un’indagine italiana, condotta da un gruppo di ricercatori dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibfm-Cnr) di Milano-Segrate in collaborazione con Alice Mado Proverbio, docente di Psicobiologia dell’Università di Milano-Bicocca. Lo studio è stato presentato a Washington, in occasione del Congresso mondiale della Society for Neuroscience.
Secondo Alberto Zani, ricercatore del Cnr di Milano-Segrate,
“I risultati confermano le scoperte della ricerca neurobiologica sui modelli animali, che evidenziano il ruolo cruciale della nicotina nel trattamento dei principali sintomi del Parkinson, come i disturbi della memoria e le discinesie motorie. In particolare, sono stati osservati un gruppo di non-fumatori e uno di giovani fumatori, bilanciati dal punto di vista dello stato psicofisico e del livello culturale“.
Lo studio sperimentale si è basato nell’esecuzione di molteplici prove. Difatti, continua Zani,
“Per testare i meccanismi cerebrali di orientamento selettivo dell’attenzione visuo-spaziale e misurare il tempo di reazione, i partecipanti dovevano mantenere la fissità dello sguardo, prestare attenzione a stimoli presentati in punti diversi dello spazio visivo, previamente segnalati, e rispondere premendo un tasto.
Per indagare la memoria di lavoro, cioè il ‘magazzino’ che ospita temporaneamente le informazioni appena apprese al fine di riutilizzarle, durante l’esecuzione di un compito di attenzione spaziale i volontari dovevano contare a ritroso, partendo da grossi numeri e sottraendo tre cifre alla volta, ad esempio 17.898, 17.895, 17.892, e cosi via.
Nel compito mirato alla pianificazione, invece, i partecipanti erano obbligati a fare una scelta motoria, premendo il più velocemente possibile un tasto con l’indice o con il medio, in base a stimoli diversi”.
Mentre i volontari eseguivano i compiti, veniva registrata la loro attività bioelettrica cerebrale, chiamata Erp (Potenziali correlati ad eventi), per monitorare le modifiche della funzionalità del cervello secondo i compiti e la stimolazione visiva.
I ricercatori, una volta analizzati i risultati, hanno osservato che:
“Nel compito d’attenzione visuo-spaziale non si è registrata alcuna differenza tra i due gruppi nella velocità di risposta agli stimoli. Nel doppio compito attentivo-mnemonico i fumatori, in media, sono stati 50 millisecondi più veloci, mostrando anche molte meno omissioni di risposta. Questo gruppo, però, risultava di circa 100 millisecondi più lento nel compito di programmazione e decisione motoria”.
Attraverso una tecnica speciale, “è stato poi possibile, con immagini di risonanza magnetica tridimensionali, evidenziare il ruolo fondamentale svolto dai neuroni frontali e prefrontali dell’emisfero destro nella capacità di gestire un aumento del carico di lavoro e nell’espansione della working memory, indotte dai livelli plasmatici di nicotina”, ha spiegato Zani. Infine, lo specialista ha dichiarato che
“Si apre quindi un’interessante prospettiva per l’utilizzo terapeutico della nicotina non soltanto per le discinesie, ma anche per i problemi di memoria del Parkinson.
Questo è il primo studio a mostrare effetti sulla memoria nell’uomo da parte di questa sostanza, che possono trovare utili applicazioni nel trattamento, non solo del Parkinson, ma anche dell’Alzheimer”.

Fonte: http://www.aciclico.com/
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