BOSTON - Sono drammatiche le immagini delle bombe esplose alla maratona di Boston riprese in diretta, da due angolazioni diverse, dalla tv Nbc e dal servizio video Boston Globe, prima del fumo, delle grida, del fuggi-fuggi generale. In entrambi i filmati si vede l'arrivo della maratona, lungo l'ultimo miglio, quando oltre le transenne, sul marciapiede sinistro della centralissima Boylston Street, ecco levarsi la fiammata e il fumo della prima deflagrazioni, dietro a una fila di bandiere di tutti i Paesi.
Gli atleti continuano inizialmente a correre imperterriti, alcuni alzano le braccia in segno di trionfo per aver concluso la gara e per alcuni secondi sembrano non rendersi conto di quanto accaduto alle loro spalle e alcuni non si girano neanche. Ma all'improvviso un atleta cade a terra, vicino alle transenne, evidentemente colpito da schegge. Poi si vedono oggetti che vengono proiettati in aria e ripiombano sull'asfalto. Subito dopo riecheggiano le prime urla e pochi secondi più tardi è la volta del secondo boato, più sordo e distante, mentre si vede una colonna di fumo alzarsi lungo lo stesso marciapiede, poche decine di metri più in là.
A qual punto anche gli atleti di spalle si girano e tutti cominciano a scappare, ma fra le persone non si crea una calca. Le grida della folla sono forsennate, partono gli allarmi delle auto. «Oh my God, there's been an attack, there's been an attack!» (Mio Dio, c'è stato un attentato), dice il telecronista in diretta. In pochi istanti l'intera scena è invasa dal fumo. «C'è stata improvvisamente un'esplosione, uscita dal nulla. Ci sono molti feriti. Ho visto corpi mutilati, ho visto sangue dappertutto»: è una testimonianza postata stasera sul live blog della Cnn. Il testimone, che è un producer del Boston Globe, Steve Silva, aggiunge: «Qualcuno ha perso una gamba. La gente urla, c'è confusione». Le voci della paura hanno fatto breccia nel web.
Fonte: Leggo
Gli atleti continuano inizialmente a correre imperterriti, alcuni alzano le braccia in segno di trionfo per aver concluso la gara e per alcuni secondi sembrano non rendersi conto di quanto accaduto alle loro spalle e alcuni non si girano neanche. Ma all'improvviso un atleta cade a terra, vicino alle transenne, evidentemente colpito da schegge. Poi si vedono oggetti che vengono proiettati in aria e ripiombano sull'asfalto. Subito dopo riecheggiano le prime urla e pochi secondi più tardi è la volta del secondo boato, più sordo e distante, mentre si vede una colonna di fumo alzarsi lungo lo stesso marciapiede, poche decine di metri più in là.
A qual punto anche gli atleti di spalle si girano e tutti cominciano a scappare, ma fra le persone non si crea una calca. Le grida della folla sono forsennate, partono gli allarmi delle auto. «Oh my God, there's been an attack, there's been an attack!» (Mio Dio, c'è stato un attentato), dice il telecronista in diretta. In pochi istanti l'intera scena è invasa dal fumo. «C'è stata improvvisamente un'esplosione, uscita dal nulla. Ci sono molti feriti. Ho visto corpi mutilati, ho visto sangue dappertutto»: è una testimonianza postata stasera sul live blog della Cnn. Il testimone, che è un producer del Boston Globe, Steve Silva, aggiunge: «Qualcuno ha perso una gamba. La gente urla, c'è confusione». Le voci della paura hanno fatto breccia nel web.
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UN ITALIANO: "HO VISTO LA MORTE" «Ho sentito un rumore enorme, la festa si è trasformata in terrore e non ho più pensato a finire la gara». Paolo Rossi, 48enne pistoiese, ha visto il traguardo della maratone di Boston e poi la morte in faccia: fortunatamente ha mancato entrambi. «Ma della corsa ovviamente non m'importa, sono ore che piango», racconta all'Ansa.
Rossi fa parte di un gruppo di italiani accompagnati alla maratona dal preparatore atletico Fulvio Massini (dell'Agenzia 'Born two run'). «Eravamo una sessantina - spiega il 48enne maratoneta toscano - e per quel che risulta a me stiamo tutti bene. Quanto agli italiani arrivati a Boston con altre agenzie, non ho elementi per dire niente di certo. Di sicuro restano il terrore e la tristezza che ho provato: era vicinissimo il traguardo e questi assassini hanno trasformato una festa in una tragedia. È scoppiato il caos».
«Mia figlia, che aveva scavalcato una balaustra per correre al mio fianco gli ultimi metri, ha cominciato a piangere a dirotto, ci ha raggiunto di corsa mia moglie. Tra le lacrime, non riuscivamo nemmeno a parlare. Incredibile. I soccorsi sono scattati subito - aggiunge Rossi - e hanno isolato l'area dell'attentato. Così siamo tornati subito in albergo, dove ci troviamo ora, in attesa di notizie definitive su quello che è successo».
UN'ITALIANA: "SONO MIRACOLATA" Ha finito la gara prima delle bombe ma adesso è barricata in albergo e non vede l'ora di scappare: così all'ANSA Maria Vittoria Togni, bresciana e una dei 227 italiani iscritti alla maratona di Boston. «Sono arrivata in 3 ore 45 minuti, dunque prima delle bombe, ho raccattato le mie cose e me ne sono andata. Non ho visto nulla, ma una mia amica stava facendo il suo miglior tempo ed è arrivata a 500 metri dalla fine quando la polizia l'ha bloccata, e lei implorava, fatemi passare. Non glielo hanno permesso ne ora si sente una miracolata», ha detto la Togni.
Anche Maria Vittoria si sente miracolata: sarebbe dovuta partire con il secondo scaglione e in quel caso «sarei finita proprio in mezzo alla tragedia». Ora i maratoneti italiani, e tuti gli altri venuti da fuori Boston per partecipare alla storica gara sono barricati negli hotel: «Non possiamo neanche uscire a comprare da mangiare», ha detto la Togni: «Non vedo l'ora di andarmene da qui».
Rossi fa parte di un gruppo di italiani accompagnati alla maratona dal preparatore atletico Fulvio Massini (dell'Agenzia 'Born two run'). «Eravamo una sessantina - spiega il 48enne maratoneta toscano - e per quel che risulta a me stiamo tutti bene. Quanto agli italiani arrivati a Boston con altre agenzie, non ho elementi per dire niente di certo. Di sicuro restano il terrore e la tristezza che ho provato: era vicinissimo il traguardo e questi assassini hanno trasformato una festa in una tragedia. È scoppiato il caos».
«Mia figlia, che aveva scavalcato una balaustra per correre al mio fianco gli ultimi metri, ha cominciato a piangere a dirotto, ci ha raggiunto di corsa mia moglie. Tra le lacrime, non riuscivamo nemmeno a parlare. Incredibile. I soccorsi sono scattati subito - aggiunge Rossi - e hanno isolato l'area dell'attentato. Così siamo tornati subito in albergo, dove ci troviamo ora, in attesa di notizie definitive su quello che è successo».
UN'ITALIANA: "SONO MIRACOLATA" Ha finito la gara prima delle bombe ma adesso è barricata in albergo e non vede l'ora di scappare: così all'ANSA Maria Vittoria Togni, bresciana e una dei 227 italiani iscritti alla maratona di Boston. «Sono arrivata in 3 ore 45 minuti, dunque prima delle bombe, ho raccattato le mie cose e me ne sono andata. Non ho visto nulla, ma una mia amica stava facendo il suo miglior tempo ed è arrivata a 500 metri dalla fine quando la polizia l'ha bloccata, e lei implorava, fatemi passare. Non glielo hanno permesso ne ora si sente una miracolata», ha detto la Togni.
Anche Maria Vittoria si sente miracolata: sarebbe dovuta partire con il secondo scaglione e in quel caso «sarei finita proprio in mezzo alla tragedia». Ora i maratoneti italiani, e tuti gli altri venuti da fuori Boston per partecipare alla storica gara sono barricati negli hotel: «Non possiamo neanche uscire a comprare da mangiare», ha detto la Togni: «Non vedo l'ora di andarmene da qui».