mercoledì 26 marzo 2014

UN DEPUTATO SVIZZERO SCRIVE AL PREMIER RENZI: “penso che noi non dobbiamo prendere lezioni da voi sulla Democrazia…”



Aldo Pedroni, deputato del Canton Ticino al Gran Consiglio, scrive al Premier Renzi: 

Presidente del Consiglio Renzi,
Dopo la votazione in Svizzera contro l’immigrazione di massa, ho visto e sentito molte cavolate da parte dei vo­stri rappresentanti politici e non. Dopo il loro blaterare inutile, hanno dimostrato la loro incompetenza in merito. Prima di tanti “bla bla” avreb­bero dovuto interessarsi maggior­mente su quanto noi andavamo a votare. Non è assolutamente vero che i vostri frontalieri saranno espulsi, vo­gliamo però che venga messo un li­mite alle entrate sul nostro territorio. In merito ai lavori che noi Ticinesi o Svizzeri non vogliamo più fare è una grande cavolata. Da noi esiste un mi­nimo salariale e vogliamo che ciò venga rispettato, e non che dobbiamo vivere con lo stipendio che prendono i suoi connazionali. Con il costo della vita e le prestazioni sociali esistenti nel nostro Paese, non potremmo as­solutamente vivere. Non è il vostro caso, con quello che percepiscono da noi possono vivere nel loro Paese e anche bene, forse meglio di noi.
Ora le voglio fare presente che nel mio Paese chi comanda è ancora il POPOLO, cosa non possibile da voi. Non so se sapete cosa è la parola DE­MOCRAZIA. Noi possiamo addirit­tura provocare le dimissioni a un Consigliere Federale, è sufficiente raccogliere le firme necessarie per de­stituirlo dopo una votazione. Questo vale per tutte le cariche pubbliche, sia comunali, sia cantonali che federali. Abbiamo la libertà di espressione con chiunque, anche con persone che por­tano una divisa, possiamo denunciarle come piace e se del caso vengono processate, cosa che a quanto sembra da voi non è possibile. Ora, non veni­temi a parlare che non c’è una demo­crazia da noi. Sul nostro territorio, o meglio confini Nazionali, comanda ancora il popolo, che da noi è SO­VRANO. Non accettiamo assoluta­mente che un’altra nazione metta il naso nei nostri affari interni.
Accetto le osservazioni ma non il constatare del nostro agire. Si ricordi un proverbio che dice: “Ne sa di più un matto in casa sua che un savio in casa d’altri”. Penso che noi non dob­biamo assolutamente prendere lezioni da Voi sulla Democrazia, è sufficiente vedere quanto succede nel Suo Pae­se tra corruzione dei politici, l’inaf­fidabilità della vostra Magistratura, la disoccupazione che avete, la gente che si suicida grazie a voi politici che in merito alle prestazioni sociali siete paragonabili al terzo mondo.
Qui mi fermo, potrei darvi un elenco infinito di cosa non funziona nel vo­stro Paese. Questo è molto triste, se solo pensate a quanti posti di lavoro potreste creare solo per la manuten­zione delle strade, dei vostri musei, della spazzatura, creando inceneritori per più vedere lo sconcio nelle strade, i boschi, i sentieri, ecc. Spero che con queste due righe, Egregio Signor Pre­sidente, la facciano ragionare ed in special modo coloro che sanno solo criticare ma che in pratica non con­cludono assolutamente NULLA. La ringrazio per la sua attenzione.
Pedroni Aldo, cittadino Ticinese e Svizzero.
Dimenticavo: sono pure io un’autorità oltre che pubblica anche cantonale. Grazie.
ALDO PEDRONI
Deputato in GC – Lega dei Ticinesi

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