Aldo Pedroni, deputato del Canton Ticino al Gran Consiglio, scrive al Premier Renzi:
Presidente del Consiglio Renzi,
Dopo la votazione in Svizzera contro l’immigrazione di massa, ho visto e sentito molte cavolate da parte dei vostri rappresentanti politici e non. Dopo il loro blaterare inutile, hanno dimostrato la loro incompetenza in merito. Prima di tanti “bla bla” avrebbero dovuto interessarsi maggiormente su quanto noi andavamo a votare. Non è assolutamente vero che i vostri frontalieri saranno espulsi, vogliamo però che venga messo un limite alle entrate sul nostro territorio. In merito ai lavori che noi Ticinesi o Svizzeri non vogliamo più fare è una grande cavolata. Da noi esiste un minimo salariale e vogliamo che ciò venga rispettato, e non che dobbiamo vivere con lo stipendio che prendono i suoi connazionali. Con il costo della vita e le prestazioni sociali esistenti nel nostro Paese, non potremmo assolutamente vivere. Non è il vostro caso, con quello che percepiscono da noi possono vivere nel loro Paese e anche bene, forse meglio di noi.
Ora le voglio fare presente che nel mio Paese chi comanda è ancora il POPOLO, cosa non possibile da voi. Non so se sapete cosa è la parola DEMOCRAZIA. Noi possiamo addirittura provocare le dimissioni a un Consigliere Federale, è sufficiente raccogliere le firme necessarie per destituirlo dopo una votazione. Questo vale per tutte le cariche pubbliche, sia comunali, sia cantonali che federali. Abbiamo la libertà di espressione con chiunque, anche con persone che portano una divisa, possiamo denunciarle come piace e se del caso vengono processate, cosa che a quanto sembra da voi non è possibile. Ora, non venitemi a parlare che non c’è una democrazia da noi. Sul nostro territorio, o meglio confini Nazionali, comanda ancora il popolo, che da noi è SOVRANO. Non accettiamo assolutamente che un’altra nazione metta il naso nei nostri affari interni.
Accetto le osservazioni ma non il constatare del nostro agire. Si ricordi un proverbio che dice: “Ne sa di più un matto in casa sua che un savio in casa d’altri”. Penso che noi non dobbiamo assolutamente prendere lezioni da Voi sulla Democrazia, è sufficiente vedere quanto succede nel Suo Paese tra corruzione dei politici, l’inaffidabilità della vostra Magistratura, la disoccupazione che avete, la gente che si suicida grazie a voi politici che in merito alle prestazioni sociali siete paragonabili al terzo mondo.
Qui mi fermo, potrei darvi un elenco infinito di cosa non funziona nel vostro Paese. Questo è molto triste, se solo pensate a quanti posti di lavoro potreste creare solo per la manutenzione delle strade, dei vostri musei, della spazzatura, creando inceneritori per più vedere lo sconcio nelle strade, i boschi, i sentieri, ecc. Spero che con queste due righe, Egregio Signor Presidente, la facciano ragionare ed in special modo coloro che sanno solo criticare ma che in pratica non concludono assolutamente NULLA. La ringrazio per la sua attenzione.
Pedroni Aldo, cittadino Ticinese e Svizzero.
Dimenticavo: sono pure io un’autorità oltre che pubblica anche cantonale. Grazie.
Dimenticavo: sono pure io un’autorità oltre che pubblica anche cantonale. Grazie.
ALDO PEDRONI
Deputato in GC – Lega dei Ticinesi