martedì 21 maggio 2013

Studentessa di 18 anni, inventa come ricaricare la batteria dello smarthphone in 30 secondi




Al giorno d'oggi gli smartphone possono tutto o quasi e la loro tecnologia ha un unico difetto: la batteria si scarica troppo velocemente a causa delle app e dell'uso intensivo che ne facciamo.
Eesha Khare è una studentessa di soli 18 anni, ma è già un piccolo genio. Sua è l'invenzione di un super-condensatore che potrebbe permettere di ricaricare uno smartphone in 30 secondi, in modo da evitare lunghe attese per tornare ad avere il 100% della propria batteria. Un progetto che le è valsa la vittoria dell'Intel Foundation Young Scientist Award 2013, battendo circa 1600 partecipanti da 70 nazioni, e la relativa borsa di studio da 50.000 dollari.
"La batteria del mio cellulare si scarica sempre": così la giovane scienziata, che dal prossimo autunno comincerà a frequentare i corsi della prestigiosa università di Harvard, ha spiegato per quale motivo si sia interessata a questo settore. "Fondamentalmente il super-condensatore è un dispositivo per l'immagazzinamento, che può contenere un grande quantitativo di energia in uno spazio di dimensioni ridotte. È anche flessibile, quindi ha molte diverse applicazioni possibili".
Tra l'altro, il supercondensatore è in grado di effettuare 10.000 cicli di ricarica, ben al di sopra della soglia di molte batterie ricaricabili, che è intorno a 1.000: la studentessa ha dimostrato il funzionamento dell'apparato fornendo energia ad un Led.
E i colossi del settore cominciano a puntarle gli occhi addosso

domenica 19 maggio 2013

UN BICCHIERE DI LATTE.. Una bella storia ....da non perdere...leggetela...!



Un giorno un ragazzo povero, che per pagare i suoi studi vendeva beni di porta in porta, si accorse che gli era rimasta solamente una monetina da dieci centesimi, e aveva fame. Così decise di chiedere da mangiare alla prossima casa. Ma si smontò subito quando vide che ad aprire la porta era una giovane donna. Invece di un pasto, gli riuscì solo di chiedere un bicchier d'acqua. Lei però lo vide così affamato che pensò di portargli un bicchierone di latte. Lo bevve lentamente e poi chiese: "Quanto le devo?" "Non mi deve niente - rispose lei - Mamma ci ha insegnato a non accettare mai compensi per una gentilezza". Lui disse: "Allora la ringrazio di cuore". Quando Howard Kelly lasciò quella casa, non si sentiva più forte solo fisicamente, ma anche la sua fede in Dio e nell'uomo si erano rafforzate. Poco prima era stato quasi sul punto di lasciarsi andare...Anni dopo, quella giovane donna si ammalò gravemente. I dottori locali non sapevano come cavarsela e alla fine la mandarono nella grande città, perché degli specialisti studiassero la sua malattia rara. Anche il Dott. Howard Kelly fu chiamato per un consulto, e quando sentì il nome della città da cui proveniva, una luce strana riempì i suoi occhi. Immediatamente si levò e corse giù verso la sua camera d'ospedale. Avvolto nel suo camice da dottore andò a visitarla e subito la riconobbe. Uscì da quella stanza determinato a fare tutto il possibile per salvarle la vita. Da quel giorno riservò grandi attenzioni al caso e, solo dopo una lunga lotta, la battaglia fu vinta. Il Dott. Kelly chiese all'amministrazione di comunicargli il conto, per la sua approvazione. Dopo averlo visionato, scrisse qualcosa in un angolo e lo fece recapitare nella stanza della donna. Lei temeva di aprirlo, perché sapeva che ci avrebbe messo una vita per pagarlo tutto. Alla fine lo lesse, e alcune parole attirarono la sua attenzione a lato del conto: "Pagato interamente con un bicchiere di latte".

LA STORIA DEL SOLDATO E LO SCOIATTOLO.. una bellissima storia d'amicizia.. da leggere..!



Pyotr Pankratau era un soldato dell'esercito bielorusso quando trovò un fragile scoiattolino in punto di morte. A due anni di distanza, Pankratau ha cambiato lavoro e fa il tassista, ma lo scoiattolo che ha salvato non lo ha mai lasciato. La storia inizia così. Due anni fa un gruppo di soldati bielorussi trova un debole cucciolo di scoiattolo quasi morto e lo portano a Pankratau che è il loro Sergente Maggiore. Pankratau se ne prende cura, gli da' da mangiare, come si fa con i bambini e cioè ogni 4 ore, finchè la bestiola non si riprende del tutto. "Lo avevano trovato steso per terra, privo di conoscenza, sotto un albero, con dei vermi che gli uscivano dalla bocca e alcuni anche nell'occhio destro. Io li ho tolti e due settimane dopo è tornato tutto normale. L'ho nutrito con alimenti per bambini e latte per mezzo di una siringa. Poi gli sono spuntati i dentini e ha potuto alimentarsi autonomamente. Sei mesi fa l'ho vaccinato e registrato." Questa è una breve intervista rilasciata da Pankratau a Euro Radio. Lo scoiattolo, che si chiama Minsk, è rimasto con Pankratau durante tutto il suo servizio militare ed anche adesso la coppia è inseparabile. Pankratau ora ha lasciato l'esercito e fa il tassista. Minsk non è mai troppo distante da lui, praticamente è il suo secondo pilota.
  Minsk è stato educato molto bene e si attiene alle sue aree di pertinenza sul taxi. Dorme nel suo letto sul cruscotto e talvolta da' un'occhiata al suo salvatore attraverso il volante. "Non mostro Minsk a tutti i miei clienti. Perchè dovrei farlo? Perchè disturbarlo in continuazione? Lo mostro solo ai bambini." ci dice Pankatau.


LA STORIA DI UN ABBRACCIO CHE SALVA LA VITA... commovente e bellissima storia.. da leggere..!



Brielle e Kyrie, le gemelle di Heidi and Paul Jackson, erano nate il 17 ottobre 1995, con dodici settimane di anticipo. Secondo i protocolli ospedalieri del tempo se capitava un parto gemellare prematuro, era obbligatorio collocare ogni gemello dentro incubatrici separate, per ridurre i rischi di infezione. Questo fu il protocollo eseguito nel reparto rianimazione del Medical Center of Central Massachusetts in Worcester. Kyrie pesava leggermente di più e cominciò a crescere immediatamente, dormendo regolarmente. Brielle, al contrario, pesava molto meno alla nascita, non riusciva a dormire e non cresceva. Aveva problemi respiratori e cardiaci. Il livello di ossigeno nel sangue era basso. Improvvisamente, il 12 novembre, Brielle entrò in condizioni critiche. Cominciò ad annaspare mentre il viso, le braccia e le gambe divenivano scuri. Singhiozzava mentre battiti cardiaci aumentavano vertiginosamente, segnalando che il suo fragile organismo era sotto stress. Brielle stava morendo. L’infermiera Gayle Kasparian provò tutto quello che era possibile per stabilizzare le condizioni di Brielle. La neonata fu subito soccorsa dai medici, mentre il suo respiro veniva assistito manualmente dall’infermiera e i livelli di ossigeno aumentati. Ma le condizioni rimanevano critiche. Fu a quel punto che l’infermiera che ricordò un fatto che le era stato riferito da una collega. Una procedura comune in alcune parti di Europa ma vietato negli Stati Uniti. Secondo questa procedura i gemelli nati prematuramente venivano messi dentro l’incubatrice insieme. L’infermiera Gayle Kasparian, non potendo consultarsi con la sua superiora, Susan Fitzback, che era fuori sede per una conferenza, decise di correre il rischio e mettere i gemelli nella stessa incubatrice. I genitori dei gemelli acconsentirono. Contro ogni aspettativa e davanti agli occhi sbalorditi dei genitori e dell’infermiera e dei medici di turno al reparto, dopo qualche minuto, le due gemelle fecero lo sforzo di avvicinarsi l’una all’altra ma Brielle era evidentemente ancora in enorme difficoltà e in condizioni critiche. Era ancora fra vita e morte. Kyrie, inaspettatamente, si avvicinò nell’incubatrice alla sorellina sino a creare il contatto fisico.
A QUEL PUNTO ACCADDE QUALCOSA DI INCREDIBILE. Kyrie stese il braccio sinistro e abbracciò la sorellina e si addormentò. Fu questione di minuti e i livelli del sangue e di ossigeno di Brielle cominciarono subito a stabilizzarsi. L’infermiera Gayle Kasparian riuscì a mettersi in contatto con la sua superiora alla conferenza alla quale stava partecipando e che aveva come argomento proprio i parti prematuri. Informata del fatto, Susan Fitzback subito informò i medici e gli esperti presenti alla conferenza e la notizia fece il giro del mondo. Nel giro di poco tempo i protocolli cambiarono . Oggi Kyrie e Brielle conducono una vita normalissima. Ma la loro storia resta a testimonianza di quanto è grande il mistero della vita.
Questa è una storia d’amore, una bellissima storia d’amore che dimostra quanto per una vita da sola possa essere dura, ma basta un abbraccio a rendere tutto più semplice.
E quando l’abbraccio viene da una sorella o un fratello vale molto di più, diamo più valore alla nostra famiglia, è l’unica che può salvarci la vita quando va tutto male

LA CITTÀ DEL SORRISO… bellissima storia..leggetela!!



C'era un tempo una città in cui nessuno sapeva sorridere. Tutti erano cupi e tristi, non avevano alcuna voglia di fare amicizia, vivevano ognuno per sé. La gente non sognava, non era gentile era pessimista e lavorava, lavorava senza entusiasmo. poi la sera stanca e avvilita la gente andava a dormire con la seccatura che il giorno successivo avrebbe dovuto alzarsi, ripartire per una giornata noiosa e senza sole. Infatti anche il cielo non sorrideva mai ed era sempre grigio e scuro, le case non avevano finestre aperte ma sempre serrate.
Un bel giorno venne ad abitare in quel luogo una fanciulla: Il suo nome era Letizia. Era una bella ragazza. Ma il suo aspetto era niente in confronto ad una sua particolarità. Aveva stampato sempre sul suo volto un sorrido radioso. Essa sorrideva sempre, sia se fosse triste, delusa, stanca, sia e soprattutto perché era felice. Il suo sorriso era rivolto a tutte le persone del paese, tanto che a poco a poco anche gli abitanti che non sapevano sorridere, contagiati dalla solare fanciulla, cominciarono a schiudere le labbra accennando un sorriso e a poco a poco impararono anche essi ad essere più sereni, a sorridere spesso e si accorsero che così le loro giornate erano più belle, più gratificanti e più piene. Anche il cielo si rischiarò e raggi di sole uscirono fuori dalle nubi facendo sorridere il cielo. Letizia aveva portato la gioia in quel posto semplicemente con la sua gioia di vivere.
Ma un brutto giorno, una maga crudele che da sempre aveva segretamente governato il paese togliendo con un maleficio la felicità ai suoi abitanti, vide che quella straniera aveva riportato la gioia e così decise di rubarle il sorriso. Una notte andò a trovare Letizia durante il suo sonno e le soffiò sul viso il suo fiato crudele spegnendole la vitalità.
La ragazza si svegliò con uno strano peso sul cuore e con le labbra serrate. Guardandosi allo specchio vide che la luce che irradiai suoi occhi si era spenta, cercò di schiudere le labbra dolcemente ma queste restarono ferme in un atteggiamento triste e sprezzante. Da quel momento in poi, come aveva portato la gioia alle persone così Letizia ricacciò le stesse in una freddezza e in un'angoscia che riportò la città senza sorriso come un tempo, i suoi abitanti non solo non sorridevano più, ma erano addirittura disperati.
Letizia non sapeva come fare ed allora decise di cercare lei stessa la maga che le aveva tolto la voglia di vivere. Riuscì a trovarla nel folto di un bosco dove viveva nella sua tetra casa, piena di rovi e di sterpi. Bussò alla sua porta chiedendole di farla entrare. Le chiese quasi implorandola di restituirle il sorriso ma la strega negò dicendo che non poteva permettere che qualcuno fosse felice dato che lei stessa non lo era e mai lo sarebbe stata. Allora Letizia tirò fuori da una tasca un suo ritratto in cui sorrideva così dolcemente che sembrava quasi fosse reale. Guardandolo la maga non riuscì a fare a meno di sorridere a sua volta tanto era contagioso e meraviglioso, le sue labbra si distesero e allora una nuova sensazione la pervase. Capì che doveva ridare il sorriso a Letizia che lo aveva donato a lei facendola sentire viva, contenta, nuova. Da quel giorno la gioia e la pace tornarono e rimasero a lungo in quel luogo.
                                                                                                                                                    D. Pergolizzi
 

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