Il dibattito è
aperto da tempo. E probabilmente lo resterà ancora a lungo. Bere caffè è più un
beneficio o un danno? Quanto è consigliabile assumerne perché gli eventuali
effetti positivi di una delle bevande più popolari al mondo non si trasformino
in attacchi alla nostra salute? A queste domande, che circolano quasi da mille
anni, quando la storia del caffè ebbe inizio, tanti hanno cercato di dare una
risposta. Tra gli ultimi anche i ricercatori dell’Harvard School of Public
Health. Secondo gli studiosi americani, che hanno monitorato per circa 20 anni
oltre 150mila persone, bere da due a quattro tazzine al giorno riduce del 50
per cento il rischio di suicidio rispetto a chi non ne beve o ne consuma di
meno. La quantità di caffeina assunta in modo regolare, infatti, pari a circa
400mg, sembra essere correlata a determinati comportamenti. In particolare la
sostanza ottenuta dalla macinazione dei semi di alcune specie di piccoli alberi
tropicali, ingerita nella giusta misura, stimolerebbe il sistema nervoso
centrale e la produzione di neurotrasmettitori quali serotonina e dopamina.
La scoperta dei
ricercatori dell’Harvard School of Public Health aggiunge un’altra qualità al
già tanto amato caffè. La bevanda, ormai diventata vero fenomeno di costume,
infatti, è considerata benefica per aumentare la concentrazione, ma anche per contrastare
il morbo di Alzheimer, il cancro della pelle e il diabete. Anche gli
studiosi americani, però, non hanno potuto esimersi dallo sconsigliare elevate
assunzioni di caffeina a chi soffre di depressione. In generale, poi, superare
la quantità di 400 mg al giorno, cioè dalle due alle quattro tazzine, rischia
di provocare insonnia, alterazioni del ciclo del sonno, tachicardia e
tremori. Sappiate regolarvi, quindi. Soprattutto se vi capite di bere il “Death
Wish Coffee”, il caffè recentemente inventato da una ditta di New York, che,
grazie ad una miscela segreta di chicchi e tostatura, contiene circa il doppio
del normale contenuto di caffeina.
Al di là degli
eccessi, il caffè sembra avere sempre più il via libera anche dalla scienza. E
può di diritto candidarsi al ruolo di migliore bevanda per la socializzazione.
D’altro canto, ormai, non c’è momento della giornata in cui non si possa berlo.
Una società francese ha perfino creato una macchina da caffè da auto. Se siete
stanchi e proprio non volete staccarvi dalla guida, potete attaccarla alla
presa dell’accendisigari della vostra vettura e inserire la cialda. Poi l’acqua
sarà riscaldata e un ‘bip’ vi avviserà quando il caffè è pronto ad essere
versato. L’importante è che l’aroma della famosa bevanda resti sempre un
piacere. Altrimenti potreste fare la fine di Mike e Trina, una coppia americana
che, dopo aver sperimentato cure contro i problemi di stomaco, è diventata
dipendente dai clisteri di caffè.