domenica 15 dicembre 2013
venerdì 6 dicembre 2013
Nelson Mandela ex presidente del Sud Africa muore a 95 anni
Nelson Mandela è morto. L'ex presidente del Sud Africa scomparso all'età di 95 anni. Ha avuto diversi problemi di salute. Nel corso degli ultimi due anni la sua salute si era ulteriormente aggravata.
Molte persone sono stati indotti a credere che la salute di Mandela stava migliorando e che lui era solo dentro e fuori l'ospedale per "esami di routine". Dopo l’ultimo ricovero in ospedale si era trasferito nella sua abitazione di Johannesburg dove ha trascorso gli ultimi mesi di vita, circondato dall’affetto della famiglia e di un intero Paese.
Mandela lascia cinque figli. E si sa quanto del suo impero andrà ai suoi figli, perché - come già riferito - Mandela ha recentemente cambiato la sua volontà. La cosa importante è che i suoi desideri dopo-vita si svolgeranno come voleva che fossero.
Nelson Mandela è morto lasciando dietro di sé una grande eredità. La gente di tutto il mondo ha imparato ad amarlo x la sua umanità (Premio nobel per la pace 1993) e questo è un giorno molto triste per tanti.
giovedì 5 dicembre 2013
SCOPERTA CLAMOROSA: Il vaccino per la tubercolosi può fermare la sclerosi multipla
Potrebbe essere una svolta storica nella storia della
medicina. Gli scienziati italiani hanno dimostrato che un vaccino per la
tubercolosi può prevenire lo sviluppo della sclerosi multipla in soggetti che
hanno avuto un primo episodio di malattia. In una sperimentazione clinica su 73
pazienti, infatti, il gruppo di Giovanni Ristori dell'Università La Sapienza di
Roma ha dimostrato che una sola dose di vaccino arresta sul nascere la malattia
in una cospicua percentuale di soggetti vaccinati. I risultati dello
studio, pubblicati sulla rivista Neurology, sono promettenti: un giorno, spiega
Ristori all'Ansa, il vaccino anti-tubercolosi potrebbe essere somministrato non
solo a soggetti che hanno avuto il primo episodio clinico della sclerosi, ma
anche in persone a rischio.
La sclerosi multipla è una malattia autoimmune: il sistema immunitario, come impazzito, attacca i nervi danneggiandone la guaina isolante che permette la trasmissione del segnale nervoso, la guaina mielinica. Dopo il primo attacco, che in genere è palesato da sintomi clinici (problemi agli arti ad esempio), la malattia progredisce e peggiora. Oggi esistono dei farmaci immunomodulatori come l'interferone che tengono a bada il sistema immunitario rallentando il decorso. Ma non esiste ad oggi una cura che arresti del tutto la malattia sul nascere. Gli esperti sapevano da osservazioni sperimentali che l'adiuvante di Freund, un componente del vaccino della tubercolosi di tipo Bacille Calmette-Guèri, è protettivo contro le malattie autoimmuni. Così in un primo studio pilota su un piccolo gruppo di soggetti già ammalati, spiega Ristori all'Ansa, «abbiamo visto che il vaccino riduce l'attività di malattia osservabile alla risonanza magnetica. Abbiamo osservato i pazienti - spiega Ristori - per due anni e mezzo e visto che l'effetto protettivo del vaccino durava a lungo; nel lungo termine vedevamo meno lesioni - i cosiddetti buchi neri». Così gli esperti hanno arruolato 73 soggetti in fase ancora più iniziale di malattia, persone che avevano avuto un primo episodio ma ancora non malate. A 33 di loro hanno somministrato una dose di vaccino, agli altri placebo. Tutti erano in cura con l'interferone. I soggetti sono stati seguiti mensilmente con la risonanza magnetica per vedere l'attività di malattia (anche in assenza di segni clinici); e sono stati monitorati per circa 5 anni. È emerso che a 5 anni dall'inizio dello studio il 58% dei vaccinati non si è ammalato contro solo il 30% dei non vaccinati. «Il vaccino è in grado di regolare il sistema immunitario - spiega Ristori. Questo si connette anche alla teoria dell'igiene che dice che l'esposizione ai microbi (ma non l'infezione) è protettiva e istruisce il sistema immunitario a distinguere gli aggressori dagli 'amicì. Non a caso - continua l'esperto - nelle decadi più recenti l'uso di antibiotici e detergenti cutanei, nonchè cambiamenti nelle abitudini alimentari e nei comportamenti all'aperto possono aver facilitato l'aumento di incidenza di malattie autoimmuni ed allergie». Il vaccino, spiega ancora Ristori, sembra anche indurre la produzione da parte dell'organismo di fattori neuroprotettivi con il Tnf; cosa confermata anche in studi su altre malattie autoimmuni come il diabete di tipo uno. «Questo studio è promettente - conclude - ma prima di arrivare a un uso clinico del vaccino è necessario ripetere i risultati su un maggior numero di pazienti e per farlo servono almeno altri 4-5 anni».
Fonte: Leggo.itLa sclerosi multipla è una malattia autoimmune: il sistema immunitario, come impazzito, attacca i nervi danneggiandone la guaina isolante che permette la trasmissione del segnale nervoso, la guaina mielinica. Dopo il primo attacco, che in genere è palesato da sintomi clinici (problemi agli arti ad esempio), la malattia progredisce e peggiora. Oggi esistono dei farmaci immunomodulatori come l'interferone che tengono a bada il sistema immunitario rallentando il decorso. Ma non esiste ad oggi una cura che arresti del tutto la malattia sul nascere. Gli esperti sapevano da osservazioni sperimentali che l'adiuvante di Freund, un componente del vaccino della tubercolosi di tipo Bacille Calmette-Guèri, è protettivo contro le malattie autoimmuni. Così in un primo studio pilota su un piccolo gruppo di soggetti già ammalati, spiega Ristori all'Ansa, «abbiamo visto che il vaccino riduce l'attività di malattia osservabile alla risonanza magnetica. Abbiamo osservato i pazienti - spiega Ristori - per due anni e mezzo e visto che l'effetto protettivo del vaccino durava a lungo; nel lungo termine vedevamo meno lesioni - i cosiddetti buchi neri». Così gli esperti hanno arruolato 73 soggetti in fase ancora più iniziale di malattia, persone che avevano avuto un primo episodio ma ancora non malate. A 33 di loro hanno somministrato una dose di vaccino, agli altri placebo. Tutti erano in cura con l'interferone. I soggetti sono stati seguiti mensilmente con la risonanza magnetica per vedere l'attività di malattia (anche in assenza di segni clinici); e sono stati monitorati per circa 5 anni. È emerso che a 5 anni dall'inizio dello studio il 58% dei vaccinati non si è ammalato contro solo il 30% dei non vaccinati. «Il vaccino è in grado di regolare il sistema immunitario - spiega Ristori. Questo si connette anche alla teoria dell'igiene che dice che l'esposizione ai microbi (ma non l'infezione) è protettiva e istruisce il sistema immunitario a distinguere gli aggressori dagli 'amicì. Non a caso - continua l'esperto - nelle decadi più recenti l'uso di antibiotici e detergenti cutanei, nonchè cambiamenti nelle abitudini alimentari e nei comportamenti all'aperto possono aver facilitato l'aumento di incidenza di malattie autoimmuni ed allergie». Il vaccino, spiega ancora Ristori, sembra anche indurre la produzione da parte dell'organismo di fattori neuroprotettivi con il Tnf; cosa confermata anche in studi su altre malattie autoimmuni come il diabete di tipo uno. «Questo studio è promettente - conclude - ma prima di arrivare a un uso clinico del vaccino è necessario ripetere i risultati su un maggior numero di pazienti e per farlo servono almeno altri 4-5 anni».
ALLARME CALABRONE KILLER (Yak-killer ) : più di 40 persone morte in Cina. Si teme l’arrivo in Europa
Killer Hornets - altrimenti noto come Vespa mandarinia - sta attaccando e uccidendo i residenti della Cina.
Il calabrone assassino "yak-killer," (così chiamato) è il più grande
calabrone del mondo. A due pollici di lunghezza e un'apertura alare di tre
pollici, il calabrone gigante racchiude un pungiglione pieno di potente veleno.
Più di 40 persone hanno già perso la vita dopo essere stati attaccati dal
calabrone assassino e ulteriori 600 persone che affermano di essere stati punti.
Molti sono ancora ricoverati in ospedale.
La puntura del calabrone gigante è particolarmente letale
- il loro veleno contiene una neurotossina chiamata mandaratoxin, che nel caso
di punture multiple, può facilmente rivelarsi fatale.
La specie nutre i loro piccoli con le larve di altri
insetti e usano i loro artigli e le mandibole per recidere arti e teste delle
loro prede. Il veleno del pungiglione del calabrone è una neurotossina molto
potente capace di sciogliere come un acido il tessuto umano.
Voci insistenti affermano che a causa dei viaggi per il
trasporto di merci e di persone, questo pericoloso calabrone sta per
diffondersi anche in Europa. I calabroni yak killer potrebbero anche riprodursi
e creare nuovi habitat.
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