sabato 5 aprile 2014
lunedì 31 marzo 2014
LA BAMBOLA PARLANTE.. Una breve e commovente storia che vi farà riflettere. Da leggere!!
Un ragazzo regala una bambola parlante alla sua fidanzata. Alla vista di quel giocattolo, non gradito, la ragazza si innervosisce e butta la bambola in strada.
Il fidanzato le dice: ma perché hai buttato la bambola?
Lei risponde: perché non mi piace il tuo regalo così lui va in strada e prende la bambola, quando all'improvviso una macchina, non riuscendo ad evitare il ragazzo lo investe e lui muore.
Il giorno dei suoi funerali, in lacrime, la fidanzata prende la bambola e la stringe forte a se, mentre la stringe questa dice: "Mi vuoi sposare?"
Il fidanzato le dice: ma perché hai buttato la bambola?
Lei risponde: perché non mi piace il tuo regalo così lui va in strada e prende la bambola, quando all'improvviso una macchina, non riuscendo ad evitare il ragazzo lo investe e lui muore.
Il giorno dei suoi funerali, in lacrime, la fidanzata prende la bambola e la stringe forte a se, mentre la stringe questa dice: "Mi vuoi sposare?"
La ragazza impaurita fa cadere la bambola. Cadendo, dalla tasca escono due fedi.
La morale di questa storia :
Ama ciò che hai, prima che la vita ti insegni ad amare ciò che hai perso...
Ama ciò che hai, prima che la vita ti insegni ad amare ciò che hai perso...
mercoledì 26 marzo 2014
UN DEPUTATO SVIZZERO SCRIVE AL PREMIER RENZI: “penso che noi non dobbiamo prendere lezioni da voi sulla Democrazia…”
Aldo Pedroni, deputato del Canton Ticino al Gran Consiglio, scrive al Premier Renzi:
Presidente del Consiglio Renzi,
Dopo la votazione in Svizzera contro l’immigrazione di massa, ho visto e sentito molte cavolate da parte dei vostri rappresentanti politici e non. Dopo il loro blaterare inutile, hanno dimostrato la loro incompetenza in merito. Prima di tanti “bla bla” avrebbero dovuto interessarsi maggiormente su quanto noi andavamo a votare. Non è assolutamente vero che i vostri frontalieri saranno espulsi, vogliamo però che venga messo un limite alle entrate sul nostro territorio. In merito ai lavori che noi Ticinesi o Svizzeri non vogliamo più fare è una grande cavolata. Da noi esiste un minimo salariale e vogliamo che ciò venga rispettato, e non che dobbiamo vivere con lo stipendio che prendono i suoi connazionali. Con il costo della vita e le prestazioni sociali esistenti nel nostro Paese, non potremmo assolutamente vivere. Non è il vostro caso, con quello che percepiscono da noi possono vivere nel loro Paese e anche bene, forse meglio di noi.
Ora le voglio fare presente che nel mio Paese chi comanda è ancora il POPOLO, cosa non possibile da voi. Non so se sapete cosa è la parola DEMOCRAZIA. Noi possiamo addirittura provocare le dimissioni a un Consigliere Federale, è sufficiente raccogliere le firme necessarie per destituirlo dopo una votazione. Questo vale per tutte le cariche pubbliche, sia comunali, sia cantonali che federali. Abbiamo la libertà di espressione con chiunque, anche con persone che portano una divisa, possiamo denunciarle come piace e se del caso vengono processate, cosa che a quanto sembra da voi non è possibile. Ora, non venitemi a parlare che non c’è una democrazia da noi. Sul nostro territorio, o meglio confini Nazionali, comanda ancora il popolo, che da noi è SOVRANO. Non accettiamo assolutamente che un’altra nazione metta il naso nei nostri affari interni.
Accetto le osservazioni ma non il constatare del nostro agire. Si ricordi un proverbio che dice: “Ne sa di più un matto in casa sua che un savio in casa d’altri”. Penso che noi non dobbiamo assolutamente prendere lezioni da Voi sulla Democrazia, è sufficiente vedere quanto succede nel Suo Paese tra corruzione dei politici, l’inaffidabilità della vostra Magistratura, la disoccupazione che avete, la gente che si suicida grazie a voi politici che in merito alle prestazioni sociali siete paragonabili al terzo mondo.
Qui mi fermo, potrei darvi un elenco infinito di cosa non funziona nel vostro Paese. Questo è molto triste, se solo pensate a quanti posti di lavoro potreste creare solo per la manutenzione delle strade, dei vostri musei, della spazzatura, creando inceneritori per più vedere lo sconcio nelle strade, i boschi, i sentieri, ecc. Spero che con queste due righe, Egregio Signor Presidente, la facciano ragionare ed in special modo coloro che sanno solo criticare ma che in pratica non concludono assolutamente NULLA. La ringrazio per la sua attenzione.
Pedroni Aldo, cittadino Ticinese e Svizzero.
Dimenticavo: sono pure io un’autorità oltre che pubblica anche cantonale. Grazie.
Dimenticavo: sono pure io un’autorità oltre che pubblica anche cantonale. Grazie.
ALDO PEDRONI
Deputato in GC – Lega dei Ticinesilunedì 24 marzo 2014
SE POTESSI TORNARE INDIETRO..!! Un bellissimo racconto e riflessione!! Da leggere!!
Qualcuno
mi ha chiesto giorni fa se, potendo rinascere, avrei vissuto la vita in maniera
diversa. Lì per lì ho risposto di no, poi ci ho pensato un po’ su e…Potendo
rivivere la mia vita, avrei parlato meno ed ascoltato di più. Non avrei
rinunciato ad invitare a cena gli amici soltanto perché il mio tappeto aveva
qualche macchia e la fodera del divano era stinta. Avrei mangiato briciolosi
panini nel salotto buono e mi sarei preoccupata molto meno dello sporco
prodotto dal caminetto acceso. Avrei trovato il tempo di ascoltare il nonno
quando rievocava gli anni della sua giovinezza. Non avrei mai preteso in un
giorno di estate, che i finestrini della macchina fossero alzati perché avevo
appena fatto la messa in piega. Non avrei lasciato che la candela a forma di
rosa si sciogliesse, dimenticata, nello sgabuzzino. L’avrei consumata io a
forza di accenderla. Mi sarei stesa sul prato con i bambini senza badare alle
macchie d’erba sui vestiti. Avrei pianto e riso di meno guardando la
televisione e di più osservando la vita. Avrei condiviso maggiormente le
responsabilità di mio marito. Mi sarei messa a letto quando stavo male, invece
di andare febbricitante al lavoro, quasi che, mancando io dall’ufficio, il
mondo si sarebbe fermato. Invece di non vedere l’ora che finissero i nove mesi
della gravidanza, ne avrei amato ogni attimo, consapevole del fatto che la cosa
stupenda che mi viveva dentro era la mia unica occasione di collaborare con Dio
alla realizzazione di un miracolo. A mio figlio che mi baciava con trasporto
non avrei detto: “Su, su, basta. Và a lavarti che la cena è pronta”.Avrei detto
più spesso: “Ti voglio bene” e meno spesso: “Mi dispiace”…ma soprattutto,
potendo ricominciare tutto daccapo, mi impadronirei di ogni minuto…lo guarderei
fino a vederlo veramente…lo vivrei…e non lo restituirei mai più.
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