domenica 16 marzo 2014

Scegli di essere felice...!! LE 10 REGOLE DA SEGUIRE



sabato 15 marzo 2014

I 5 BENEFICI PER LA SALUTE PER CHI PORTA LA BARBA



Avere la barba? Per molti una scelta di vita. Per altri una situazione temporanea. Per tutti, c’è da dire che garantisce benefici anche dal punto di vista della salute. Coloro che scelgono di farsi crescere la barba per migliorare il proprio look o per seguire la moda, potrebbero restare stupiti dallo scoprire come portare la barba sia garanzia di effetti positivi per il benessere e non solo sinonimo di benefici estetici. Quali sono i benefici per la salute per chi porta la barba?

Protezione del viso dai raggi solari
I raggi del sole possono causare danneggiamento e cancro alla pelle, stando ad uno studio condotto a livello universitario e pubblicato su riviste scientifiche del calibro di Radiation Protection Dosimetry.
Prevenzione di eventuali attacchi di asma
Gli esperti sostengono che le parti del volto coperte da barba e baffi subiscono un’esposizione ai raggi UV considerati dannosi inferiore di un terzo rispetto ad altre zone del volto.
Barba e baffi creano una barriera in grado di impedire a pollini ed allergeni di raggiungere le cavità nasali, evitando che essi possano raggiungere i polmoni mediante inalazione, secondo quanto dichiarato da parte di Carol Walzer, esperta del Birmingham Trichology Centre.
Mantenere giovane la pelle del viso
La barba consente che l’idratazione della pelle rimanga intatta, bloccando l’evaporazione dell’acqua da essa. I follicoli piliferi consentono che la pelle venga protetta mediante sostanze oleose che creano una barriera nei confronti degli agenti esterni, rendendo nel contempo la pelle più resistente.
Riparo dalle malattie da raffreddamento
Se la barba copre il mento e la gola, aumentando la temperatura, protegge da raffreddori e altro. La barba è composta da peli che funzionano come isolanti termici, evitando la dispersione del calore corporeo e riparando viso e collo dalle correnti fredde. Infine, radersi meno spesso permette di evitare infezioni della pelle ed eritemi, a parere del dottor Martin Wade, esperto della London Skin and Hair Clinic.
Virilità
La barba è sinonimo di virilità.

sabato 8 marzo 2014

Via libera di Bruxelles e Siae per la “Tassa sui telefonini”. Industria informatica e consumatori sul piede di guerra.



Una delle eredità più scomode e di difficile soluzione che il governo Letta ha lasciato al nuovo esecutivo nel campo del digitale, infatti, è proprio l’ormai famosa “tassa sui telefonini”.  
Il ministro Ministro Franceschini deve decidere se aggiornare le imposte che gravano sull’acquisto
di smartphone, chiavette e hard-disk. Chi acquisterà uno smartphone potrebbe trovarsi a dover sborsare un contributo, comprensivo di IVA, di 6,20 euro. C’è il via libera di Bruxelles e Siae.
Ma l’industria informatica e i consumatori restano sul piede di guerra.
Pochi lo sanno, ma un’imposta sulle vendite di smartphone, tablet e computer è già in vigore e corrisponde attualmente a 90 centesimi di euro per gli smartphone, 0,09 per ogni GB di memoria delle chiavi USB e 9,99 per gli hard disk esterni. 
Solo qualche settimana fa l’aumento destinato ad arricchire le casse della Siae su molti dispositivi tecnologici, previsto a partire da gennaio, aveva subito una battuta d’arresto grazie all’ex ministro Bray che  aveva sospeso il balzello a favore della Siae di 3 e 4 euro sul prezzo di smartphone, tablet, pc e altri dispositivi tecnologici, e anche grazie alle oltre 14 mila firme raccolte da una petizione di Altroconsumo. Ma l’eventuale decisione era stata congelata dalla crisi di governo.  
Nei prossimi giorni, il Ministro Franceschini dovrà decidere se aggiornare o meno le tariffe, modalità prevista dal decreto del 2009 come adeguamento allo sviluppo delle tecnologie digitali, che aumenterebbero del 500%. In tal caso chi comprerà uno smartphone dovrà sborsare un contributo, comprensivo di IVA, di 6,20 euro, stesso dicasi per chi acquisterà un tablet; per i decoder di memoria interna si parla addirittura di una cifra intorno ai 40 euro. Nel 2012 il prelievo nei 23 paesi europei in cui vige il sistema di copia privata è stato pari a 600 milioni di euro; si stima che tale provvedimento determinerà un gettito complessivo di 200 milioni, ciò vuol dire che l’Italia costituirebbe da sola un terzo dell’intera somma.   Ora, speriamo che il nuovo ministro Franceschini non faccia marcia indietro e prima di emanare il decreto di adeguamento delle tariffe prosegua con l'idea del suo predecessore di sviluppare un’indagine sulle abitudini dei consumatori per verificare se davvero le copie private di opere musicali e cinematografiche siano cresciute negli ultimi tre anni tanto da legittimare addirittura un aumento di ben 5 volte l’equo compenso, come pretenderebbe la Siae.

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