giovedì 28 febbraio 2013
martedì 26 febbraio 2013
Ci sono 2 Gioconde originali
La seconda Gioconda, presentata per la prima volta al mondo l’anno scorso, è stata autenticata: l’opera è davvero del grande Leonardo da Vinci. 
 
 
Non una, ma ben due Monna Lisa: la Gioconda del Louvre non è più sola, ed ha una gemella, autenticata di recente. L’opera è sicuramente del grande Maestro Leonardo da Vinci. La Monna Lisa di Isleworth, infatti - una versione precedente del dipinto del Louvre – è stata autenticata per mezzo di test scientifici molto complessi. E proprio oggi la “Mona Lisa Foundation”, come riporta il Guardian, dà la grande notizia a tutto il mondo. La seconda Monna Lisa era stata presentata a settembre a Ginevra, dopo essere stata riesumata da una cassaforte in svizzera. Il dipinto era stato infatti ritrovato un secolo fa, all’interno di una casa nel Somerset, grazie al collezionista inglese Hugh Blaker. Ora è nelle mani di un consorzio internazionale rimasto anonimo.
 
 
La donna raffigurata sarebbe la stessa, secondo la stessa Fondazione, ma con circa 10 anni di meno, più sorridente e gioviale. È stato infatti realizzato un test di datazione al carbonio: l’opera sarebbe stata realizzata tra il tra il 1503 e il 1505, quindi è escluso che si tratti di una copia. Simili in tutto e per tutto le due Gioconde, con il solo sfondo a differenziarle. Il quadro, più grande dell’originale, secondo Vezzosi (direttore del Museo Ideale Leonardo di Vinci, è «un’opera importante che merita rispetto e considerazione; come merita rispetto la convinzione che la Gioconda del Louvre e questa Mona Lisa Isleworth ritraggano la stessa persona a distanza di anni: è una possibilità avvincente, un’ipotesi di lavoro da discutere nel confronto tra studiosi che la stessa Fondazione sta promuovendo».
Fonte: CuriosoneAvvistato per la prima volta un “Kraken” vivo, a 640 m di profondità
 TSUKUBA (Giappone) – Dopo oltre 100 discese nelle profondità degli abissi, per un totale di 400 ore di immersioni, un’equipe di scienziati che lavoravano per un’ambiziosa collaborazione fra l’emittente giapponese Nhk, Discovery Channel e il museo di scienze nazionale nipponico, è riuscita ad attirare quello che sembra essere il primo calamaro gigante vivo, mai visto fino ad oggi. Per mezzo di alcune esche artificiali, lo studioso che era a bordo del sommergibile, Tsunemi Kubodera, è riuscito ad attirare il rarissimo animale ad una profondità di 640 m, per cui è stato ripreso per la prima volta nel suo habitat naturale, nei pressi delle isole Ogasawara.
TSUKUBA (Giappone) – Dopo oltre 100 discese nelle profondità degli abissi, per un totale di 400 ore di immersioni, un’equipe di scienziati che lavoravano per un’ambiziosa collaborazione fra l’emittente giapponese Nhk, Discovery Channel e il museo di scienze nazionale nipponico, è riuscita ad attirare quello che sembra essere il primo calamaro gigante vivo, mai visto fino ad oggi. Per mezzo di alcune esche artificiali, lo studioso che era a bordo del sommergibile, Tsunemi Kubodera, è riuscito ad attirare il rarissimo animale ad una profondità di 640 m, per cui è stato ripreso per la prima volta nel suo habitat naturale, nei pressi delle isole Ogasawara.Il calamaro ha una lunghezza di circa 3 m, senza contare i tentacoli naturalmente, altrimenti si raggiungerebbero senz’ombra di dubbio gli 8 m! Tuttavia, per cause sconosciute, al cefalopode mancano i due tentacoli principali: si presume che li abbia persi durante uno scontro per difendersi da qualche attacco. Ma la squadra di scienziati, come aveva fatto ad avvicinarlo? Di seguito riportiamo le parole dello stesso Kubodera: “Ci siamo messi ad aspettare al buio pesto, usando una luce a infrarossi invisibile perfino all’occhio umano, finché il calamaro gigante non si è avvicinato”
Spiegato dunque il mistero del Kraken, creatura mitologica che catturava barche e mangiava persone… non erano tutte fandonie, dopotutto.
lunedì 25 febbraio 2013
BABY, IL PITBULL EROE: SALVA DUE DONNE E CINQUE CANI DA UN INCENDIO
NEW YORK - Spesso demonizzati e considerati troppo aggressivi i pitbull sanno però stupire per la loro dolcezza e il loro coraggio.
In Oklahoma, negli Usa, Baby, una piccola pitbull ha salvato due donne e cinque cani dalle fiamme. Durante la notte è scoppiato un incendio nella casa prefabbricata in cui abitavano senza che le donne si accorgessero di nulla. Baby ha avvertito immediatamente il pericolo e ha iniziato ad abbaiare a spintonare le sue padrone per farle uscire di casa. Messe in salvo le due donne la piccola si è dedicata ad aiutare i suoi amici quadrupedi, altri 5 cani, ad uscire dalle fiamme.
La storia ha avuto un lieto fine, anche se una delle due donne, cardiopatica, ha subito un ricovero in ospedale. Ora stanno tutti bene e ringraziano Baby che nel frattempo è divenuta un'eroina.
giovedì 21 febbraio 2013
ALLARME METEORITI: DOPO QUELLO RUSSO "PALLA DI FUOCO SULL'ITALIA DEL SUD"
ROMA - L'allarme meteoriti non sarebbe cessato, perché in serata sarebbe stata avvista una "palla di fuoco" anche nei cieli del Sud Italia. Il tam tam di nuovi avvistamenti di bolidi che attraversano il cielo sopra le regioni del Sud Italia si sta propagando nel web. "Bolide avvistato pochi minuti fa nei cieli del sud Italia: le prime segnalazioni", scrive ad esempio Meteoweb.eu, riportando gli avvistamenti di una luminosa palla di fuoco avvistata nei cieli del Sud Italia. Le prime segnalazioni sarebbero pervenute dallo Stretto di Messina, con la segnalazione di un bolide sul mar Ionio, con direttrice da nord verso sud, di colorazione verdastra e di magnitudine molto brillante. Ma al momento non ci sarebbero riscontri da parte degli Enti di vigilanza.
"IN RUSSIA 1.200 FERITI, TRA LORO 200 BAMBINI" È di circa 1.200 feriti il bilancio dell'improvvisa pioggia di frammenti di meteoriti che si è abbattuta su Celiabinsk, negli Urali russi. Lo ha reso noto il ministero dell'Interno russo, sottolineando che tra loro ci sono almeno 200 bambini. Gran parte dei feriti sono stati colpiti da vetri delle finestre infranti dall'impatto. La maggioranza delle persone ferite hanno subito traumi leggeri, hanno spiegato le autorità russe, fatta eccezione per due persone rimaste ferite in modo grave a Kopeisk. Tremila gli edifici danneggiati.
"IN RUSSIA 1.200 FERITI, TRA LORO 200 BAMBINI" È di circa 1.200 feriti il bilancio dell'improvvisa pioggia di frammenti di meteoriti che si è abbattuta su Celiabinsk, negli Urali russi. Lo ha reso noto il ministero dell'Interno russo, sottolineando che tra loro ci sono almeno 200 bambini. Gran parte dei feriti sono stati colpiti da vetri delle finestre infranti dall'impatto. La maggioranza delle persone ferite hanno subito traumi leggeri, hanno spiegato le autorità russe, fatta eccezione per due persone rimaste ferite in modo grave a Kopeisk. Tremila gli edifici danneggiati.
Fonte: Leggo
martedì 19 febbraio 2013
Sigaretta elettrica esplode in bocca: perde denti e lingua

NICEVILLE - Le sigaretta elettrica è uno dei rimedio usato dai tabagisti per smettere di fumare, ma a sua volta anche il rimedio può risultare nocivo. È quanto emerge dalla storia di Tom Holloway, 57 anni, di Niceville, veterano del Vietnam, che adesso è ricoverato in una clinica della città della Floridadopo che la sigaretta gli è esplosa in bocca, facendogli saltare tutti i denti e parte della lingua.
«Sembrava che un petardo fosse esploso in casa, poi l'ho sentito urlare», ha raccontato la moglie dell'uomo alla Abc. I vigili del fuoco sono accorsi immediatamente, insieme ai soccorsi sanitari. Il capo della squadra, Butch Parker, ha spiegato che la sigaretta era difettosa: in particolare sarebbe stata la batteria a causare l'esplosione. «Non ho mai sentito una cosa del genere prima - ha detto -. È come se un razzo gli fosse esploso in bocca».
«Sembrava che un petardo fosse esploso in casa, poi l'ho sentito urlare», ha raccontato la moglie dell'uomo alla Abc. I vigili del fuoco sono accorsi immediatamente, insieme ai soccorsi sanitari. Il capo della squadra, Butch Parker, ha spiegato che la sigaretta era difettosa: in particolare sarebbe stata la batteria a causare l'esplosione. «Non ho mai sentito una cosa del genere prima - ha detto -. È come se un razzo gli fosse esploso in bocca».
Fonte: Il Messaggero 
Un cuore nello spazio: la foto scattata dall'astronauta Hadfield

Attivissimo su tutti i social network, da Facebook a Twitter, l'astronauta canadese Chris Hadfield, approdato sulla ISS per la Spedizione 35, posta quasi tutti i giorni immagini straordinarie riprese dallo spazio:d al Grand Canyon ai ghiacci dell'Antartide fino al deserto del Sahara. L'ultimo scatto è per San Valentino: un'apertura a forma di cuore in mezzo alle nuvole
Fonte: La Repubblica.it
Fonte: La Repubblica.it
domenica 17 febbraio 2013
La Grecia brucia e nessuno ne parla - L’ITALIA DEVE ANDARE AL VOTO SENZA AVERE NOTIZIE DELLA “GUERRA DEL PANE” DI ATENE – perché?
"La Grecia è crollata sotto il peso dei debiti contratti con la Bce , ma in Italia nessuno ne parla perche' siamo in campagna elettorale, l'attenzione dei media e' stata spostata sulle dimissioni del Papa,mentre l'Europa brucia! Stanno assaltando i supermercati. Ma non si tratta di banditi armati. Si tratta di gente inviperita e affamata, che non impugna neanche una pistola, con la complicità dei commessi che dicono loro "prendete quello che volete, noi facciamo finta di niente".
Si tratta della rivolta di 150 imprenditori agricoli, produttori di agrumi, che si sono rifiutati categoricamente di distruggere tonnellate di arance e limoni per calmierare i prezzi, come richiesto dall'Unione Europea.
Hanno preso la frutta, l'hanno caricata sui camion e sono andati nelle piazze della città con il megafono, regalandola alla gente, raccontando come stanno le cose.
Si tratta di 200 produttori agricoli, ex proprietari di caseifici, che da padroni della propria azienda sono diventati impiegati della multinazionale bavarese Muller che si è appropriata delle loro aziende indebitate, acquistandole per pochi euro sorretta dal credito agevolato bancario, quelli hanno preso i loro prodotti della settimana, circa 40.000 vasetti di yogurt (l'eccellenza del made in Greece, il più buon yogurt del mondo da sempre) li hanno caricati sui camion e invece di portarli al Pireo per imbarcarli verso il mercato continentale della grande distribuzione, li hanno regalati alla popolazione andandoli a distribuire davanti alle scuole e agli ospedali.
Si tratta anche di due movimenti anarchici locali, che si sono organizzati e sono passati alle vie di fatto: basta cortei e proteste, si va a rapinare le banche: nelle ultime cinque settimane le rapine sono aumentate del 600% rispetto a un anno fa.
Rubano ciò che possono e poi lo dividono con la gente che va a fare la spesa. La polizia è riuscita ad arrestarne quattro, rei confessi, ma una volta in cella li hanno massacrati di botte senza consentire loro di farsi rappresentare dai legali.
Lo si è saputo perché c'è stata la confessione del poliziotto scrivano addetto alla mansione di ritoccare con il Photoshop le fotografie dei quattro arrestati, due dei quali ricoverati in ospedale con gravi lesioni.
E così, è piombata la sezione europea di Amnesty International, con i loro bravi ispettori svedesi, olandesi e tedeschi, che hanno realizzato una inchiesta, raccolto documentazione e hanno denunciato ufficialmente la polizia locale, il ministero degli interni greco e l'intero governo alla commissione diritti e giustizia dell'Unione Europea a Bruxelles, chiedendo l'immediato intervento dell'intera comunità continentale per intervenire subito ed evitare che la situazione peggiori.
Siamo venuti così a sapere che il più importante economista tedesco, il prof. Hans Werner Sinn, (consigliere personale di Frau Angela Merkel) sorretto da altri 50 economisti, avvalendosi addirittura dell'appoggio di un rappresentante doc del sistema bancario europeo, Sir Moorald Choudry (il vice-presidente della Royal Bank of Sctoland, la quarta banca al mondo) hanno presentato un rapporto urgente sia al Consiglio d'Europa che alla presidenza della BCE che all'ufficio centrale della commissione bilancio e tesoro dell'Unione Europea, sostenendo che "la Grecia deve uscire, subito, temporaneamente dall'euro, svalutando la loro moneta del 20/ 30%, pena la definitiva distruzione dell'economia, arrivata a un tale punto di degrado da poter essere considerata come "tragedia umanitaria" e quindi cominciare anche a ventilare l'ipotesi di chiedere l'intervento dell'Onu"
Intanto la polizia tortura e uccide sotto gli occhi di un’Europa che sa e non interviene.
Ecco chi sarà il prossimo papa “Petrus Romanus “ secondo la profezia di Malachia ... sarà l'ultimo papa prima della fine del mondo
La lista prevederebbe tutti i papi (compresi alcuni antipapi) partendo da Celestino II, eletto nel 1143, e fino ad un ipotetico papa descritto come "Petrus Romanus", il cui pontificato, secondo la profezia, terminerebbe con la distruzione della città di Roma
La profezia venne pubblicata per la prima volta nel 1595 dallo storico benedettino Arnold de Wyon come parte del suo libro Lignum Vitæ. Wyon attribuì la lista a san Malachia, vescovo di Armagh, vissuto nel XII secolo. Secondo la versione tradizionale, nel 1139 Malachia fu chiamato a Roma dal papa Innocenzo II e lì ebbe una visione dei futuri pontefici. Malachia trascrisse quindi la visione attraverso una sequenza di motti criptici in un manoscritto dal titolo Prophetia de Summis Pontificibus. Il manoscritto fu poi depositato negli archivi vaticani e lì dimenticato, fino alla sua riscoperta intorno al 1590.[3] Arnold de Wyon pubblicò nel Lignum Vitae anche un'interpretazione dei motti di tutti i papi sino al 1590, attribuendola allo storico domenicano Alfonso Chacón.
 I motti
La profezia descriverebbe ciascuno dei 111 (o 112, a seconda delle versioni) futuri pontefici attraverso un breve motto, scritto in latino. Questi motti andrebbero da papa Celestino II (1143-1144) fino alla presunta fine dei tempi. Non tutti i motti hanno la stessa precisione: quelli riferiti ai papi precedenti al 1590 sono molto accurati, indicando quasi sempre qualcosa che allude in maniera diretta al loro stemma o al loro cognome, mentre i motti per i pontefici successivi sono molto più vaghi ed approssimativi.
La profezia descriverebbe ciascuno dei 111 (o 112, a seconda delle versioni) futuri pontefici attraverso un breve motto, scritto in latino. Questi motti andrebbero da papa Celestino II (1143-1144) fino alla presunta fine dei tempi. Non tutti i motti hanno la stessa precisione: quelli riferiti ai papi precedenti al 1590 sono molto accurati, indicando quasi sempre qualcosa che allude in maniera diretta al loro stemma o al loro cognome, mentre i motti per i pontefici successivi sono molto più vaghi ed approssimativi.
Motti fino al 1590 
  
Di seguito i motti fino al 1590, anno nel quale Alfonso Ceccarelli li avrebbe scritti: 
| 
Testo | 
A chi viene attribuito | 
Spiegazione proposta | 
| 
Ex castro Tiberis | 
Celestino II (Guido di Città di Castello, 1143-1144) | 
Nato a Città di Castello, sul   Tevere. | 
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Inimicus expulsus | 
Lucio   II (Lucio Caccianemici, 1144-1145) | 
Di cognome Caccianemici. | 
| 
Ex magnitudine montis | 
Eugenio   III (Bernardo Paganelli, 1145-1153) | 
Nato a Montemagno. | 
| 
Abbas Suburranus | 
Anastasio IV (Corrado della Suburra, 1153-1154) | 
Di cognome Suburra, fu abate di   san Rudo. | 
| 
De rure albo | 
Adriano   IV (Niccolò Breakspear, 1154-1159) | 
Nato a Sant'Albano. | 
| 
Ex tetro carcere | 
Vittore IV (antipapa) (Ottaviano de' Monticello, 1159-1164) | 
Cardinale di san Nicola in   carcere. | 
| 
De via Transtiberina | 
Pasquale III (antipapa) (Guido da Crema, 1164-1168) | 
Cardinale di santa Maria in   Trastevere. | 
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De Pannonia Tusciae | 
Callisto III (antipapa) (Giovanni di Strumi, 1168-1178) | 
Ungherese (pannone), cardinale di   Tuscolo. | 
| 
Ex ansere custode | 
Alessandro III (Rolando Bandinelli, 1159-1181) | 
Un'oca presente nello stemma di   famiglia. | 
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Lux in ostio | 
Lucio   III (Ubaldo Allucignoli, 1181-1185) | 
Cardinale di Ostia, di cognome   Allucignoli. | 
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Sus in cribro | 
Urbano   III (Umberto Crivelli, 1185-1187) | 
Aveva nel proprio stemma   l'immagine di un maiale (sus). La parola cribo, inoltre, sembra alludere in   qualche modo al cognome Crivelli. | 
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Ensis Laurentii | 
Gregorio VIII (Alberto Mosca, 1187-1187) | 
Cardinale di san Lorenzo in   Lucina, aveva due spade (ensis) nello stemma. | 
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De Schola exiet | 
Clemente III (Paolo Scolari, 1187-1191) | 
Di cognome Scolari. | 
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De rure bovense | 
Celestino III (Giacinto Orsini dei Boboni,   1191-1198) | 
Di cognome Boboni. | 
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Comes signatus | 
Innocenzo III (Giovanni Lotario, 1198-1216) | 
Apparteneva alla famiglia dei   conti di Segni. | 
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Canonicus de latere | 
Onorio   III (Cencio Savelli, 1216-1227) | 
Era canonico lateranense. | 
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Avis Ostiensis | 
Gregorio   IX (Ugolino dei conti di Segni, 1227-1241) | 
Cardinale di Ostia, aveva   un'aquila nello stemma. | 
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Leo Sabinus | 
Celestino IV (Goffredo Castiglioni di Milano, 1241-1242) | 
Vescovo di Sabina. | 
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Comes Laurentius | 
Innocenzo IV (Sinibaldo dei conti Fieschi, 1242-1254) | 
Cardinale di san Lorenzo in   Lucina. | 
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Signum Ostiense | 
Alessandro IV (Rinaldo dei conti dei Segni, 1254-1261) | 
Cardinale di Ostia, apparteneva   alla famiglia dei conti di Segni. | 
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Hierusalem Campaniae | 
Urbano   IV (Giacomo Troyes Pantaleone, 1261-1264) | 
Patriarca di Gerusalemme, era   originario della regione della Champagne. | 
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Draco depressus | 
Clemente   IV (Guido le Gros di Saint-Gilles, 1265-1268) | 
Nel suo stemma appare un drago   schiacciato, depresso. | 
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Anguinus vir | 
Gregorio   X (Tobaldo dei visconti di Piacenza, 1271-1276) | 
Lo stemma di famiglia reca una   vipera che ingoia un uomo. | 
| 
Concionator Gallus | 
Innocenzo   V (Pietro di Tarantasia, 1276-1276) | 
Di origine francese (gallus), è   ricordato come un eccellente predicatore (concionator). | 
| 
Bonus Comes | 
Adriano   V (Ottobono dei conti Fieschi, 1276-1276) | 
Discendente dei conti di Lavagna   (comes). Il termine bonus può riferirsi al nome di battesimo, Ottobono. | 
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Piscator Thuscus | 
Giovanni XXI (Pietro di Giuliani, 1276-1277) | 
Di nome Pietro, come il Pescatore   per eccellenza, era cardinale di Tuscolo. | 
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Rosa composita | 
Niccolò III (Gian Gaetano Corsini, 1277-1280) | 
Nel suo stemma vi è una rosa. | 
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Ex telonio liliacei Martinii | 
Martino   IV (Simone di Brion, 1281-1285) | 
Veniva dalla tesoreria di san   Martino, in Francia.   Nel suo stemma erano presenti i gigli. | 
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Ex rosa leonina | 
Onorio   IV (Jacopo Savelli, 1285-1287) | 
Lo stemma dei nobili Savelli   riporta una rosa con due leoni. | 
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Picus inter escas | 
Niccolò IV (Gerolamo di Ascoli, 1288-1292) | 
Nato ad Ascoli, quindi   "piceno", il significato dell'etnonimo è "quello del   picchio", dal latino picus. | 
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Ex eremo celsus | 
Celestino   V (Pier da Morrone, 1294-1294) | 
Era un eremita. | 
| 
Ex undarum benedictione | 
Bonifacio VIII (Benedetto Caetani, 1294-1303) | 
Nel suo stemma sono presenti   delle onde marine e il suo nome di battesimo era Benedetto. | 
| 
Concionator patereus | 
Benedetto XI (Nicolò Bacca-Sini, 1303-1304) | 
Era un frate predicatore   (concionator). | 
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De fascis aquitanicis | 
Clemente   V (Bertrando di Goth, 1305-1314) | 
Lo stemma di Clemente V è costituito   da fasce parallele, e, durante il suo pontificato, avvenne il trasferimento   della sede papale da Roma ad Avignone, vicino all'Aquitania. | 
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De sutore orseo | 
Giovanni XXII (Giacomo Duèse, 1316-1334) | 
Era figlio di un calzolaio. | 
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Corvus schismaticus | 
Niccolò V (antipapa) (Pietro Rinalducci, 1328-1330) | 
Nacque a Corvaro, frazione di   Borgorose, e fu tra i principali responsabili dello scisma d'Occidente. | 
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Frigidus Abbas | 
Benedetto XII (Giacomo Furnier, 1334-1342) | 
Era abate di Fontfroide. | 
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De rosa Attrebatensi | 
Clemente   VI (Pietro Roger di Beaufort, 1342-1352) | 
Nel suo stemma sono raffigurate   delle rose. | 
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De montibus Pammachii | 
Innocenzo VI (Stefano Aubert, 1352-1362) | 
Nello stemma di Innocenzo VI   campeggiano sei montagne, e, prima dell'elezione, era cardinale dei santi   Giovanni e Paolo, titolo anticamente soprannominato "Pammacchio". | 
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Gallus Vicecomes | 
Urbano   V (Guglielmo Grimoard, 1362-1370) | 
Nacque a Pont-de-Montvert, località   dell'antica Gallia. | 
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Novus de virgine forti | 
Gregorio   XI (Ruggero di Beaufort, 1370-1378) | 
Era cardinale di santa Maria   Nuova (Virgine). | 
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De cruce Apostolica | 
Clemente VII (antipapa) (Roberto dei conti di Ginevra, 1378-1394) | 
Cardinale dei dodici apostoli, il   suo stemma raffigurava una croce. | 
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Luna Cosmedina | 
Benedetto XIII (antipapa) (Pietro de Luna, 1394-1417) | 
Di cognome Luna, cardinale   diacono di santa Maria in Cosmedin. | 
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Schisma Barchinonium | 
Clemente VIII (antipapa) (Gil Sànchez de Muñoz, 1423-1429) | 
Veniva da Barcellona,   originariamente Barcino. | 
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De inferno praegnanti | 
Urbano   VI (Bartolomeo Prignano, 1378-1389) | 
Il suo cognome era Prignano ed   era nato ad Itri,   in una frazione chiamata Inferno. | 
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Cubus de mixtione | 
Bonifacio IX (Pietro Tomacelli, 1389-1404) | 
Lo stemma di Bonifacio IX era   costituito da cubi. | 
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De meliore sydere | 
Innocenzo VII (Cosma Migliorati, 1404-1406) | 
Il suo cognome era Migliorati e   nel suo stemma era presente una stella. | 
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Nauta de Ponte nigro | 
Gregorio XII (Angelo Correr, 1406-1415) | 
Nacque a Venezia, storica città   marinara, e fu cardinale commendatario di Negroponte. | 
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Flagellum solis | 
Alessandro V (antipapa) (Pietro Filargis, 1409-1410) | 
Nello stemma i raggi del sole   sono simili a fruste. | 
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Cervus Sirenae | 
Giovanni XXIII (antipapa) (Baldassarre Cossa, 1410-1415) | 
Proveniva da Ischia, di fronte a   Capri, detta Isola delle Sirene. | 
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Corona veli aurei | 
Martino   V (Oddone Colonna, 1417-1431) | 
Nello stemma di Martino V c'è una   corona dorata. | 
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Lupa Coelestina | 
Eugenio   IV (Gabriele Condolmer, 1431-1447) | 
Aveva una lupa nello stemma. | 
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Amator Crucis | 
Felice V (antipapa) (Amedeo VIII di Savoia, 1440-1449) | 
Lo stemma dei Savoia è una croce. | 
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De modicitate Lunae | 
Niccolò   V (Tommaso Parentuccelli, 1447-1455) | 
Nasce a Sarzana, situata vicino a   dove sorgeva la città romana di Luni. | 
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Bos pascens | 
Callisto   III (Alfons de Borja y Cabanilles, 1455-1458) | 
Nel suo stemma è raffigurato un   bue che pascola. | 
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De Capra et Albergo | 
Pio II (Enea Silvio Piccolomini, 1458-1464) | 
Fu segretario dei cardinali   Capranica ed Albergatti. | 
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De Cervo et Leone | 
Paolo   II (Pietro Barbo, 1464-1471) | 
Paolo II era stato cardinale di   san Marco (che ha per simbolo un leone alato) e commendatario della chiesa di   Cervia. | 
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Piscator minorita | 
Sisto   IV (Francesco della Rovere, 1471-1484) | 
Francescano degli ordini minori,   era inoltre figlio di un pescatore. | 
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Praecursor Siciliae | 
Innocenzo VIII (Giovanni Battista Cybo, 1484-1492) | 
Visse alla corte del re di   Sicilia. | 
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Bos Albanus in portu | 
Alessandro VI (Rodrigo Borgia, 1492-1503) | 
Nel suo stemma è raffigurato un   bue ed egli fu cardinale vescovo di Albano,   prima, e di Porto-Santa Rufina, poi. | 
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De parvo homine | 
Pio III (Francesco Todeschini Piccolomini, 1503-1503) | 
Il cognome Piccolomini deriva da   "piccolo uomo" (in latino appunto parvo homine). | 
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Fructus Jovis juvabit | 
Giulio   II (Giuliano della Rovere, 1503-1513) | 
L'emblema di Giuliano della   Rovere era una quercia, che, nell'antichità, veniva ritenuta albero sacro a   Giove. | 
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De craticula Politiana | 
Leone X (Giovanni de' Medici, 1513-1521) | 
Il padre di Leone X si chiamava   Lorenzo, come il santo martirizzato sulla graticola. L'espressione politiana,   invece, si collegherebbe ad Angelo Poliziano, di cui fu discepolo. | 
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Leo Florentius | 
Adriano   VI (Adriaan Florenszoon Boeyens d'Edel, 1522-1523) | 
Il suo secondo nome era   "Florens". | 
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Flos pilae | 
Clemente VII (Giulio de' Medici, 1523-1534) | 
Morì dopo aver mangiato un'amanita phalloides. Inoltre lo stemma della   famiglia de' Medici presentava sei palle. | 
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Hiacinthus medicorum | 
Paolo   III (Alessandro Farnese, 1534-1549) | 
Il suo stemma aveva sei gigli. | 
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De corona montana | 
Giulio   III (Giovanni Maria Ciocchi del Monte, 1550-1555) | 
In riferimento al cognome   "Del Monte" o anche al suo simbolo in cui compaiono monti e corone   di alloro. | 
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Frumentum floccidum | 
Marcello   II (Marcello Cervini, 1555-1555) | 
Il suo pontificato durò circa tre   settimane e nel suo stemma ci sono delle spighe. | 
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De fide Petri | 
Paolo   IV (Gian Pietro Carafa, 1555-1559) | 
Fu promotore del Tribunale della   Fede. | 
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Esculapii pharmacum | 
Pio IV (Giovanni Angelo de' Medici, 1559-1565) | 
Il motto sembra alludere al   cognome de' Medici: Esculapio era infatti il dio protettore della medicina. | 
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Angelus nemorosus | 
Pio V (Michele Ghislieri, 1566-1572) | 
L'aggettivo nemorosus, boscoso,   indicherebbe il luogo di nascita (Bosco   Marengo) del papa. | 
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Medium corpus pilarum | 
Gregorio XIII (Ugo Boncompagni, 1572-1585) | 
Aveva nello stemma un mezzo drago   e due sfere. | 
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Axis in medietate signi | 
Sisto V (Felice Peretti, 1585-1590) | 
Il suo stemma è attraversato al   centro da una banda rossa obliqua. | 
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De rore coeli | 
Urbano   VII (Giovan Battista Castagna, 1590-1590) | 
Urbano VII fu arcivescovo di   Rossano, cittadina nella quale, secondo la tradizione, sarebbe scesa la manna   dal cielo. | 
Motti successivi al 1590 
  
Di seguito, i pontefici successivi al 1590: 
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Testo | 
A chi viene attribuito | 
Spiegazione proposta | 
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De antiquitate Urbis | 
Gregorio XIV (Nicola Sfondrati, 1590-1591) | 
Era stato vescovo dell'antica   Cremona, ma forse non era questo ciò che intendeva l'autore della profezia:   Alfonso Ceccarelli, infatti, avrebbe scritto questo motto per il cardinale Girolamo Simoncelli, suo   protettore e finanziatore, con allusione alla città di Orvieto (Urbs   vetus, in latino), sua città natale.[6] | 
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Pia civitas in bello | 
Innocenzo IX (Giovanni Antonio Facchinetti, 1591-1591) | 
Il motto indicherebbe il periodo   storico, caratterizzato da numerose guerre. | 
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Crux Romulea | 
Clemente VIII (Ippolito Aldobrandini, 1592-1605) | 
Nel suo stemma campeggia una   croce romana. | 
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Undosus vir | 
Leone   XI (Alessandro de' Medici, 1605-1605) | 
Forse si riferisce alla brevità   del suo pontificato. | 
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Gens perversa | 
Paolo V (Camillo Borghese, 1605-1621) | 
Nello stemma della famiglia   Borghese compare un basilisco, simbolo allegorico della perversione. | 
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In tribulatione pacis | 
Gregorio   XV (Alessandro Ludovisi, 1621-1623) | 
Nel corso del suo pontificato,   Gregorio XV fu impegnato a sedare guerre e controversie politiche. | 
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Lilium et rosa | 
Urbano   VIII (Maffeo Barberini, 1623-1644) | 
Papa Urbano VIII era originario   di Firenze, che ha un giglio rosso nello stemma, e il colore della rosa è il   rosso. | 
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Jucunditas crucis | 
Innocenzo   X (Giovanni Battista Pamphilj, 1644-1655) | 
Eletto il 15 settembre 1644,   l'indomani della festa dell'Esaltazione della Santa Croce. | 
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Montium Custos | 
Alessandro VII (Fabio Chigi, 1655-1667) | 
Lo stemma di famiglia riporta sei   monti, "custoditi" da una stella ad otto punte. | 
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Sydus olorum | 
Clemente   IX (Giulio Rospigliosi, 1667-1669) | 
La sua elezione avvenne nella   camera dei cigni (olorum). | 
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De flumine magno | 
Clemente   X (Emilio Altieri, 1670-1676) | 
Fu incaricato da papa Urbano VIII   di sovrintendere ai lavori di protezione del territorio di Ravenna dalle   piene del fiume Po, il più lungo d'Italia. | 
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Bellua insatiabilis | 
Innocenzo XI (Benedetto Odescalchi, 1676-1689) | 
Si fa riferimento al periodo   storico che vedeva il potere nelle mani di Luigi XIV, noto per le   innumerevoli conquiste e colonizzazioni. Luigi XIV fu inoltre in costante   contrapposizione con papa Innocenzo XI. Aveva un leone nello stemma. | 
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Poenitentia gloriosa | 
Alessandro VIII (Pietro Ottoboni, 1689-1691) | 
La sua elezione avvenne nel   giorno di san Brunone, uno dei massimi penitenti della Chiesa. | 
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Rastrum in porta | 
Innocenzo XII (Antonio Pignatelli, 1691-1700) | 
Il suo nome era Antonio   Pignatelli del Rastrello, il cui palazzo era alle porte di Napoli. | 
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Flores circundati | 
Clemente   XI (Giovanni Francesco Albani, 1700-1721) | 
Il suo stemma era incorniciato da   fiori. | 
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De bona religione | 
Innocenzo XIII (Michelangelo Conti, 1721-1724) | 
Condannò numerose eresie. | 
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Miles in bello | 
Benedetto XIII (Pier Francesco Orsini, 1724-1730) | 
Il suo pontificato fu   caratterizzato da numerose guerre. | 
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Columna excelsa | 
Clemente XII (Lorenzo Corsini, 1730-1740) | 
Questo papa è famoso per aver   fatto realizzare la nuova facciata della basilica di san Giovanni in   Laterano, la quale è formata da un imponente colonnato. | 
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Animal rurale | 
Benedetto XIV (Prospero Lambertini, 1740-1758) | 
Durante il conclave lo stesso   Lambertini si definì un asino per indicare la propria laboriosità. | 
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Rosa Umbriae | 
Clemente XIII (Carlo Rezzonico, 1758-1769) | 
Durante il suo pontificato venne   istituito l'ordine francescano, che ebbe la sua prima sede in Umbria. | 
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Ursus velox | 
Clemente XIV (Lorenzo Ganganelli, 1769-1774) | 
Lo stemma della familia   Ganganelli porta un orso che corre. | 
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Peregrinus apostolicus | 
Pio VI (Giovanni Angelo Braschi, 1775-1799) | 
Prese la straordinaria decisione   di visitare personalmente l'imperatore Giuseppe II a Vienna per   tentare di arginare le sue riforme sociali e religiose. Spese gli ultimi due   anni della sua vita in esilio, come prigioniero di Napoleone Bonaparte. | 
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Aquila rapax | 
Pio VII (Gregorio Barnaba Chiaramonti, 1800-1823) | 
Questo papa fu arrestato da   Napoleone durante il proprio pontificato. Il simbolo di Napoleone era   un'aquila. | 
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Canis et coluber | 
Leone   XII (Annibale della Genga, 1823-1829) | 
Leone XII era definito fedele   alla Chiesa come un cane, e prudente nei suoi attacchi come un serpente. | 
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Vir religiosus | 
Pio VIII (Francesco Saverio Castiglioni, 1829-1830) | 
Il suo pontificato fu   caratterizzato da marcato misticismo. | 
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De balneis Ethruriae | 
Gregorio XVI (Bartolomeo Alberto Cappellari, 1831-1846) | 
Iniziò la vita religiosa   nell'ordine dei camaldolesi, che fu fondato nel XIII secolo in Etruria   (Toscana), in una località posta al centro di molte sorgenti. Fondò il Museo   Gregoriano Etrusco.[13] | 
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Crux de cruce | 
Pio IX (Giovanni Maria Mastai-Ferretti, 1846-1878) | 
Il suo pontificato vide   l'unificazione italiana sotto i Savoia, dove alla croce papale si sostituì la   croce sabauda. | 
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Lumen in coelo | 
Leone   XIII (Gioacchino Pecci, 1878-1903) | 
Nel suo stemma è raffigurata una   cometa. | 
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Ignis ardens | 
Pio X (Giuseppe Sarto, 1903-1914) | 
Per il suo sforzo contro il modernismo, tale da meritargli la canonizzazione. | 
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Religio depopulata | 
Benedetto XV (Giacomo Della Chiesa, 1914-1922) | 
Il motto potrebbe riferirsi alla   concomitanza fra prima guerra mondiale ed epidemia di influenza spagnola, le   quali decimarono in particolar modo popolazioni di fede cristiana. | 
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Fides intrepida | 
Pio XI (Achille Ratti, 1922-1939) | 
Il papa dalla fede intrepida fu   colui che sfidò Stalin, Mussolini e Hitler. Nel 1937 pubblicò l'enciclica Mit brennender Sorge per denunciare il   razzismo e l'antisemitismo nazista. | 
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Pastor angelicus | 
Pio XII (Eugenio Pacelli, 1939-1958) | 
Il cognome Pacelli ricorda il   latino Pax caeli, "pace del cielo". In vita fu soprannominato   Pastor Angelicus e gli fu dedicato un cinedocumentario con questo titolo, in   cui Pio XII recitò nel ruolo di se stesso. | 
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Pastor et nauta | 
Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli, 1958-1963) | 
Nato da famiglia umile (pastor),   fu patriarca di Venezia (nauta). | 
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Flos florum | 
Paolo   VI (Giovanni Battista Montini, 1963-1978) | 
Nel cui stemma pontificio   comparivano tre gigli. | 
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De medietate Lunae | 
Giovanni   Paolo I (Albino Luciani, 1978-1978) | 
Il suo papato durò solo un mese   lunare. | 
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De labore solis | 
Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla, 1978-2005) | 
Il termine labor, in latino,   significa letteralmente "fatica, lavoro", ma, accostato a solis,   può essere un sinonimo di eclissi. Il motto, pertanto, può essere tradotto come   "Della fatica del sole" o "Dell'eclissi di sole". Karol   Wojtyla nacque il 18 maggio 1920, giorno di un'eclissi solare parziale (non visibile,   però, dal suo luogo di nascita, in quanto avvenuta sull'Oceano   Indiano meridionale).[14]   Parimenti, Wojtyla morì il 2 aprile 2005, un giorno però senza eclissi. Tuttavia, la sua salma fu   esposta fino al successivo 8 aprile, giorno di un'eclissi solare ibrida, anch'essa   però non visibile da Roma.[15]   Altra interpretazione del motto equiparerebbe il movimento del sole ai suoi   numerosi viaggi, che gli fecero girare tutto il mondo. Altre teorie   giustificherebbero il motto con il fatto che Giovanni Paolo II nacque in un   paese dell'est, localizzazione geografica dalla quale sorge il sole, ed altre   si appoggerebbero al cosiddetto miracolo del sole di Fatima. | 
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Gloria olivae | 
Benedetto XVI (Joseph Ratzinger, 2005-2013) | 
Questo motto potrebbe riferirsi   alla data di nascita di Joseph Ratzinger, il 16 aprile   1927, giorno prima   della festività di pasqua, il cui simbolo è l'ulivo. Parimenti, la prima pasqua   di Ratzinger da pontefice avvenne il 16 aprile   2006, giorno del   suo compleanno. Inoltre, il motto evoca il nome degli olivetani, un ramo dell'ordine benedettino. | 
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Petrus Romanus | 
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Profezia su Petrus Romanus
Il motto del 112º papa, Petrus Romanus, presagirebbe la fine della Chiesa e la distruzione di Roma.
Il nome Pietro Romano contraddice la consuetudine di non assumere il nome del primo papa, l'apostolo Pietro. Il nome è invece in linea con alcune coincidenze storiche, famose nell'immaginario collettivo, che vedono l'ultimo sovrano di una dinastia o di uno stato portare il nome del primo (ad esempio Romolo, come il primo re di Roma e come l'ultimo imperatore romano, o Umberto, come il fondatore della dinastia sabauda e come l'ultimo re d'Italia, o Carlo, come il fondatore del Sacro Romano Impero e come l'ultimo imperatore austro-ungarico).
Il termine Romano potrebbe indicare sia il nome, sia il suo luogo di origine (reale o simbolico), mentre la parola Petrus potrebbe semplicemente essere un sinonimo di papa. In questo caso si tratterebbe di un papa Romano II, in quanto papa Romano I regnò dall'agosto al novembre dell'897.
Alcuni[chi?] ipotizzano che il Pietro Romano di Malachia possa essere lo stesso Benedetto XVI, ritenendo che il pontificato di Giovanni Paolo II sia da dividere in due motti, prima e dopo l'attentato da parte di Mehmet Ali Ağca. C'è anche l'ipotesi secondo cui la profezia sul Petrus Romanus non sarebbe il motto di un papa, bensì la descrizione del pontificato di Benedetto XVI.
In caso contrario, non è chiaro se Gloria olivae e Petrus Romanus debbano essere intesi come pontefici consecutivi, poiché il testo non lo precisa. La risposta negativa a tale quesito è utilizzata dai sostenitori dell'autenticità (e dell'attendibilità) della profezia per sostenere che Joseph Ratzinger non è, alla luce di essa, il penultimo papa.
Un'ipotesi recente[di chi?] lascia pensare che Pietro Romano non sia riferito a un papa, bensì al cardinale camerlengo, la figura che amministra la Chiesa in assenza del papa, principalmente per morte del pontefice o in caso di rinuncia.
Fonte: Wikipedia
Il motto del 112º papa, Petrus Romanus, presagirebbe la fine della Chiesa e la distruzione di Roma.
Il nome Pietro Romano contraddice la consuetudine di non assumere il nome del primo papa, l'apostolo Pietro. Il nome è invece in linea con alcune coincidenze storiche, famose nell'immaginario collettivo, che vedono l'ultimo sovrano di una dinastia o di uno stato portare il nome del primo (ad esempio Romolo, come il primo re di Roma e come l'ultimo imperatore romano, o Umberto, come il fondatore della dinastia sabauda e come l'ultimo re d'Italia, o Carlo, come il fondatore del Sacro Romano Impero e come l'ultimo imperatore austro-ungarico).
Il termine Romano potrebbe indicare sia il nome, sia il suo luogo di origine (reale o simbolico), mentre la parola Petrus potrebbe semplicemente essere un sinonimo di papa. In questo caso si tratterebbe di un papa Romano II, in quanto papa Romano I regnò dall'agosto al novembre dell'897.
Alcuni[chi?] ipotizzano che il Pietro Romano di Malachia possa essere lo stesso Benedetto XVI, ritenendo che il pontificato di Giovanni Paolo II sia da dividere in due motti, prima e dopo l'attentato da parte di Mehmet Ali Ağca. C'è anche l'ipotesi secondo cui la profezia sul Petrus Romanus non sarebbe il motto di un papa, bensì la descrizione del pontificato di Benedetto XVI.
In caso contrario, non è chiaro se Gloria olivae e Petrus Romanus debbano essere intesi come pontefici consecutivi, poiché il testo non lo precisa. La risposta negativa a tale quesito è utilizzata dai sostenitori dell'autenticità (e dell'attendibilità) della profezia per sostenere che Joseph Ratzinger non è, alla luce di essa, il penultimo papa.
Un'ipotesi recente[di chi?] lascia pensare che Pietro Romano non sia riferito a un papa, bensì al cardinale camerlengo, la figura che amministra la Chiesa in assenza del papa, principalmente per morte del pontefice o in caso di rinuncia.
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