Silvio Berlusconi è stato
condannato a 4 anni (di cui 3 coperti da indulto) per frode fiscale da circa 7
milioni di euro nel processo di secondo grado sul caso Mediaset. I giudici
della corte d’Appello di Milano hanno confermato in toto la sentenza di primo
grado che prevedeva per il leader e Pdl anche l'interdizione per 5 anni dai
pubblici uffici e per 3 anni dalle cariche societarie. È la prima sanzione che
l’ex premier teme di più: in caso di conferma in Cassazione, si aprirebbe la
questione della sua decadenza dalla carica di parlamentare. L'appello, iniziato
il 18 gennaio scorso, si chiude con una sentenza «fuori di ogni logica» per
Niccolò Ghedini, legale dell’ex premier. «In nessun altro tribunale avremmo
avuto questo verdetto», ha aggiunto l'avvocato lamentato il fatto che la
sentenza che non ha tenuto conto, tra le altre cose, delle decisioni della
Consulta, chiamata a pronunciarsi sul conflitto di attribuzione relativo al
legittimo impedimento negato dai magistrati milanesi nel corso del processo di
primo grado, per l'udienza del primo marzo 2010. Se la Consulta dovesse
decidere che la richiesta della difesa è legittima (verdetto atteso entro
giugno), l'intero processo, che si prescrive entro settembre 2014, subirebbe
una brusca frenata.
Lo stato maggiore del Pdl parla di «persecuzione giudiziaria» e scatta all’attacco dei giudici di Milano. «Ora si acceleri nella giunta per le elezioni del Senato, appena sarà costituita, sull'ineleggibilità di Silvio Berlusconi», chiede la capogruppo M5S alla Camera, Roberta Lombardi. «Ci sono molte motivazioni per farlo. C'è una legge del '57 che viene disattesa e ora c'è questa sentenza, per quanto provvisoria, perché bisognerà aspettare la Cassazione, che getta una bella ipoteca».
Lo stato maggiore del Pdl parla di «persecuzione giudiziaria» e scatta all’attacco dei giudici di Milano. «Ora si acceleri nella giunta per le elezioni del Senato, appena sarà costituita, sull'ineleggibilità di Silvio Berlusconi», chiede la capogruppo M5S alla Camera, Roberta Lombardi. «Ci sono molte motivazioni per farlo. C'è una legge del '57 che viene disattesa e ora c'è questa sentenza, per quanto provvisoria, perché bisognerà aspettare la Cassazione, che getta una bella ipoteca».