giovedì 9 maggio 2013

SILVIO BERLUSCONI È STATO CONDANNATO A 5 ANNI ANCHE IN APPELLO



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Silvio Berlusconi è stato condannato a 4 anni (di cui 3 coperti da indulto) per frode fiscale da circa 7 milioni di euro nel processo di secondo grado sul caso Mediaset. I giudici della corte d’Appello di Milano hanno confermato in toto la sentenza di primo grado che prevedeva per il leader e Pdl anche l'interdizione per 5 anni dai pubblici uffici e per 3 anni dalle cariche societarie. È la prima sanzione che l’ex premier teme di più: in caso di conferma in Cassazione, si aprirebbe la questione della sua decadenza dalla carica di parlamentare. L'appello, iniziato il 18 gennaio scorso, si chiude con una sentenza «fuori di ogni logica» per Niccolò Ghedini, legale dell’ex premier. «In nessun altro tribunale avremmo avuto questo verdetto», ha aggiunto l'avvocato lamentato il fatto che la sentenza che non ha tenuto conto, tra le altre cose, delle decisioni della Consulta, chiamata a pronunciarsi sul conflitto di attribuzione relativo al legittimo impedimento negato dai magistrati milanesi nel corso del processo di primo grado, per l'udienza del primo marzo 2010. Se la Consulta dovesse decidere che la richiesta della difesa è legittima (verdetto atteso entro giugno), l'intero processo, che si prescrive entro settembre 2014, subirebbe una brusca frenata.
Lo stato maggiore del Pdl parla di «persecuzione giudiziaria» e scatta all’attacco dei giudici di Milano. «Ora si acceleri nella giunta per le elezioni del Senato, appena sarà costituita, sull'ineleggibilità di Silvio Berlusconi», chiede la capogruppo M5S alla Camera, Roberta Lombardi. «Ci sono molte motivazioni per farlo. C'è una legge del '57 che viene disattesa e ora c'è questa sentenza, per quanto provvisoria, perché bisognerà aspettare la Cassazione, che getta una bella ipoteca».

LA FORTUNA BACIA LA PROVINCIA DI BELLUNO "GRATTA E VINCI" DA CINQUE MILIONI DI EURO VINTI DA UN OPERAIO VENETO


La fortuna bacia la provincia di Belluno. La dea bendata si è fermata in via Roma, nella tabaccheria "Fumera" di Limana. Una vincita plurimilionaria, da record: 5 milioni di euro sonanti. Tutto grazie a un gratta e vinci "Maximiliardario" acquistato per 20 euro .
Uno striscione a sei zeri campeggia sopra il bancone della ricevitoria-tabaccheria di Tania Nora. Qui, il fine settimana scorso, il fortunato vincitore ha acquistato il gratta e vinci da 5 milioni. La notizia della vincita però è arrivata solo ieri pomeriggio. Pochi minuti dopo le 16, scandita da una telefonata commossa, di ringraziamento. Il neo milionario, infatti, non ha grattato il biglietto vincente sul bancone della ricevitoria. Ha pagato, si è infilato in tasca il "gratta e vinci", ha salutato ed è uscito, inconsapevole di avere tra le mani ben 5 milioni di euro. La scoperta, da pelle d'oca, deve essere stata fatta a casa.
Deve essere stato un fine settimana piuttosto movimentato per il neo milionario. Stringere tra le mani un biglietto che vale 5 milioni di euro. Sapere di avere in casa una cifra da capogiro. Ma dover attendere il lunedì per poterne avere la certezza e cominciare l'iter per incassare i denari sonanti. Per i premi superiori ai 10mila euro, infatti, bisogna rivolgersi alla banca, che provvede al ritiro del biglietto fortunato e al suo inoltro all'ufficio pagamenti di Lotterie Nazionali. «Appena ha avuto l'ufficialità, il vincitore ci ha chiamati - racconta euforica Tania Nora, mentre mostra orgogliosa la riproduzione del biglietto vincente - Non ci ha ancora offerto da bere, ma ci ha confermato che si ricorderà di noi. Non appena arriveranno i soldi, mi ha detto, si farà vivo».
La ricevitoria non ha nessuna percentuale sulla vincita, ma lo striscione a sei zeri appeso comincia ad attrarre clienti e aspiranti milionari. Incuriositi, increduli, con il portamonete pronto per tentare la fortuna, nella speranza che la dea bendata sia ancora nei paraggi. «Le giocate sono già aumentate - spiega la proprietaria della tabaccheria "Fumera" - Ho fatto scorta di "gratta e vinci"».

ORRORE IN AMERICA: UOMO QUARANTENNE VOLEVA RAPIRE, STUPRARE E MANGIARE BAMBINI. ARRESTATO


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Un uomo di 40 anni è stato arrestato per aver progettato di rapire, stuparare, uccidere e infine mangiare dei bambini. Geoffrey Portway, britannico residente in Massachusetts, aveva già attrezzato nella sua casa una cantina organizzata come una sorta di prigione-obitorio per le sue vittime, con una gabbia d'acciaio e una bara artigianale delle dimensioni di un bambino, una sedia, una tv, e cavi per il collegamento internet. Si è dichiarato colpevole per i suoi folli piani e ora rischia fino a 27 anni di prigione. È quanto riporta l'edizione on line della BBC.
L'uomo avrebbe passato mesi a chattare con un altra persona, un americano, Michael Arnett su come rapire, e uccidere un bambino. Nel corso di un'ispezione compiuta lo scorso anno, la polizia aveva rinvenuto in casa di Portway, due congelatori, insieme ad alcuni bisturi monouso, un kit per la macellazione e strumenti per la castrazione. Le indagini hanno rivelato un traffico on line di materiale pedopornografico messo in atto da Portway con altri utenti. L'uomo avrebbe scambiato più di 4.500 pezzi tra foto e video che ritraevano bambini morti e forme di cannibalismo.

VENDEVA NEONATI: arrestato ginecologo a Caserta.



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Un ginecologo è stato arrestato con l'accusa di aver venduto un neonato partorito da una minorenne in difficoltà. La squadra mobile di Caserta, al termine di una delicata e complessa indagine ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare.
Secondo le prime notizie la minore si era rivolta al medico, che opera presso due note cliniche di san Giuseppe Vesuviano e di Caserta, per abortire. Il medico l'avrebbe convinta a portare a termine la gravidanza per poi vendere il neonato.

Il ginecologo arrestato è accusato di concussione per induzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio e violazione della legge in materia di adozione e affidamento dei minori. Il ginecologo medico presso le cliniche convenzionate Sant'Anna di Caserta e Santa Lucia di San Giuseppe Vesuviano avrebbe chiesto ad un giovane paziente minorenne che si era rivolta a lui per un aborto illegale presso la clinica Sant'Anna «dove aveva saputo che il dottore praticava interruzioni di gravidanza oltre i termini consentiti dalla legge per la somma di 6 mila euro», spiegano in Procura. La giovanissima aveva riferito al medico di non avere i soldi necessari per l'aborto e fatto presente il disagio in cui vive la propria famiglia.

L'indagato l'avrebbe convinta a partorire presso la clinica Santa Lucia assicurandole che l'avrebbe aiutata poi a “disfarsi” del bambino evitandole anche il riconoscimento del neonato. Le intenzioni del ginecologo erano di cedere quel bambino facendolo apparire come figlio di una donna del salernitano e del suo compagno che tempo addietro per coronare il loro sogno di avere un bambino gli avevano già consegnato la somma di 25 mila euro.

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