Non è una fiction. Non è un film di Terminator. Accade davvero all’Università di Stanford, dove alcuni scienziati stanno creando un tessuto cutaneo artificiale.
Un team interdisciplinare di studiosi, diretto e coordinato dal professor Zhenan Bao, ha infatti in mente di creare una pelle artificiale, in grado di ripararsi autonomamente successivamente a ferite di ogni sorta.
La pelle artificiale contempla alcune proprietà di conducibilità elettrica, importantissime per rendere questo tessuto cutaneo sensibili a pressione e tocco, così come se fosse al 100% la nostra pelle. La rivista Nature Nanotechnology ha pubblicato la ricerca, presentandola come un incredibile salto in avanti dal punto di vista tecnologico. Presto potrebbe essere utilizzata in diversi campi. Su tutti citiamo quello delle protesi di nuovo conio, nonché il campo dell’elettronica. Sarebbe bello creare dei dispositivi in grado di aggiustarsi da soli, anche se ciò toglierebbe molti posti di lavoro.
La creazione di un tessuto cutaneo artificiale nasce da una profondissima conoscenza della pelle umana. I ricercatori che stanno provando a “riprodurla” la utilizzano come interfaccia del loro studi. Esaminano quotidianamente la rete di nervi, il modo in cui quest’ultima invia impulsi al cervello, e generano i cinque sensi nel loro artificio. La loro pelle è anche in grado di proteggere l’interno del corpo dall’esterno.
Non è immune a graffi e tagli, ma in tempi brevi saprebbe come “ripararli”, guarirli e tornare come nuova.
C’è chi vuole morire vivo. Sembra un controsenso.
Ma non è così. C’è chi ama la vita al punto tale di voler decidere in proprio quando porre fine ad essa, senza che sia una malattia a togliere la dignità, il controllo e la consapevolezza dei propri mezzi ad una persona. In altri termini è questa la storia di Gilberto, un signore di 53 anni che ha un cancro terminale al fegato. La sua gravissima malattia gli lascia poche ore di vita.
Gilberto le sta impiegando per farsi testimonial di una battaglia che favorisca la legge per la libera morte. Sono già cinquanta gli italiani costretti ad andare in Svizzera (Paese nella quale l’eutanasia è legale) per scegliere giorno e ora in cui morire così da sottrarsi alla malattia.
Gliberto, a proposito di costoro e di egli stesso, afferma che si è costretti a “Morire in esilio, invece che nel nostro letto, da un Paese che non riconosce il diritto di scegliere sulla nostra vita”.
Così, tra una dose di morfina e l’altra (necessarie per placare il fortissimo dolore), Gilberto è diventato testimonial di una campagna lanciata dall’Associazione Luca Coscioni. Ha girato un video in cui ha chiesto allo Stato di lasciare ai cittadini la libertà di scegliere come e quando dire ‘Stop‘ alla vita. Senza aiuti di medici, parenti e amici.
Metaforicamente, Gilberto vuole staccare in prima persona la “spina” della sua vita.
Nella società contemporanea le persone hanno sempre poco tempo anche per cucinare. Questo spiega il successo dei prodotti surgelati che si preparano in pochi minuti. C’è poi chi prepara dei cibi in casa e li congela in modo da avere qualcosa di pronto e di più genuino da mangiare nei giorni successivi. Non tutti gli alimenti, però, si possono congelare. Ad esempio, i prodotti che contengono molta acqua non si possono congelare. L’insalata, i pomodori o la frutta, per fare un esempio, non si congelano in quanto sarebbero immangiabili quando vengono scongelati.
Si possono invece congelare le verdure, la carne e il pesce, ma attenzione ai tempi. Ogni alimento ha un tempo massimo in cui può stare nel congelatore dopo il quale non è più sano e mangiabile.
Molte verdure congelate, però, perdono le loro caratteristiche salutari e quindi è meglio comprarle fresche. Gli spinaci, invece, conservano alcune caratteristiche anti ossidanti e si possono consumare anche quelli surgelati. Il pane si può surgelare e magari poi riscaldare in forno come il sugo, che si può preparare per utilizzarlo per più giorni. Anche il pesto può essere un alimento che fa risparmiare tempo se congelato. Magari lo si può fare in casa e poi congelarlo in vasetti e utilizzarlo ogni tanto.
Secondo una recente indagine condotta dalla Cochrane Library gli sms sono un valido aiuto per smettere di fumare, poiché le persone che ricevono messaggi e consigli tramite cellulare hanno più probabilità di stare lontano dalle sigarette per almeno sei mesi.
Quindi se siete convinti che i cerotti non aiutano a smettere di fumare o se avete tentato di smettere di fumare con la sigaretta elettronica ma senza ottenere grandi risultati, potete provare con questa innovativa terapia.
I ricercatori sono infatti convinti che le terapie che prevedono l’uso degli sms possano raddoppiare, nel lungo periodo, la probabilità di smettere di fumare.
La loro convinzione è supportata dal fatto di aver analizzato i risultati di 5 studi che hanno coinvolto più di 9mila persone. Gli aspiranti non fumatori coinvolti i questi studi ricevevano diverse volte al giorno via cellulare messaggi motivazionali e consigli per smetter di fumare, nonché inviti a partecipare ad azioni interattive come sondaggi e votazioni. I componenti dei cosiddetti “gruppi di controllo” invece ricevevano le stesse comunicazioni molto più sporadicamente, e a distanza di sei mesi, nel primo gruppo è stato riscontrato un più alto tasso di abbandono del fumo.
L’uso della telefonia mobile nei programmi di assistenza sanitaria antifumo avrebbe inoltre il vantaggio di avere un costo ridotto e di essere comunque compresa all’interno di dinamiche di gruppo, a volte indispensabili per liberarsi dal dipendenza dal fumo, poiché gli sms come le sigarette sono una pratica che contempla viralità e condivisione.
Ci sarebbe un uomo che è a capo di un importante servizio a Montecitorio, uno dei servizi più delicati, che è stato accusato di pedofilia e sarebbe anche stato sospeso. Lo rivela l’Espresso, che fa riferimento all’indagine della Magistratura e a un filone di indagine che ha riguardato una decina di persone che sono state arrestate. L’accusa riferita a queste persone è quella di avere divulgato materiale pedopornografico.
La polizia avrebbe sequestrato milioni di file contenenti immagini di bambini e che celano uno sfondo di pedofilia. Anche l’alto funzionario della Camera dei Deputati sarebbe entrato nella lista degli accusati ,in quanto nella sua casa e nel suo ufficio vicino alla Camera sarebbero stati trovati molti file di questo tipo.
La notizia è del 5 Novembre, ma ancora non è stato comunicato il nome del funzionario indagato.
Per una volta, quindi, un funzionario della Camera dei Deputati non è indagato per corruzione, falso in bilancio o abuso d’ufficio. Ma per un’accusa meno diffusa in quest’ambito e più infamante. Qualche tempo fa, un altro funzionario del Parlamento era stato arrestato con un’accusa che non riguarda i classici reati di dirigenti e politici. Stiamo parlando del direttore dell’ufficio postale del Senato che è stato arrestato con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. Attività che svolgeva anche al Senato.